Guarneri: Sulla Buona Scuola non fermiamoci agli slogan, valutiamo nel merito
Per il responsabile della pastorale scolastica della diocesi, "qualcosa bisognava fare. La scuola italiana ha tratti di eccellenza ma anche di grave problematicità". Senza trincerarsi dietro gli slogan, è necessario "valutare nel merito i provvedimenti"
Sarà davvero una "Buona Scuola"?
Noi lo auspichiamo. Ogni legge e ogni provvedimento, soprattutto in Italia, necessita di un periodo lungo di attuazione… C’è una legge, ma ci sarà un lungo periodo perché davvero la scuola possa essere migliore. Il Governo ha impresso un’accelerata significativa, modificando i tradizionali di incontro; c’è stata una consultazione online lunga che non è stata molto valorizzata dal mondo della scuola. Questo testo è una scelta politica chiara di una maggioranza. D’altra parte qualcosa bisognava fare. La scuola italiana ha tratti di eccellenza ma anche di grave problematicità. Abbiamo anche un tasso di abbandono scolastico troppo elevato con situazioni preoccupanti…
Le proteste sono giustificate?
L’intervento è un pacchetto che contempla molte tematiche e non può soddisfare tutto su tutti. Anche noi troviamo qualche elemento di difficoltà. Le proteste in piazza erano animate da motivazioni diverse e disparate. Qualcuno per esempio ha utilizzato la frase che si svuota la scuola statale per arricchire la scuola privata, ma il termine è sbagliato, perché si deve parlare di scuola paritaria: non c’è purtroppo nessun aumento dei contributi, ma la possibilità di una lieve detrazione fiscale per le famiglie che al netto risparmieranno circa 70/80 euro per famiglia.
Un tema caldo è sicuramente quello legato alle assunzioni...
Recependo una sollecitazione europea, si introdurranno da settembre (forse da dicembre) più di 100mila precari: sono persone che attualmente insegnano ma “non sono stabilizzate”. Fra questi, alcuni non insegneranno; non si risolve, però, del tutto il problema delle supplenze… Alcuni chiedevano di scorporare questo provvedimento dal resto della legge. Più che assunzioni generiche, era preferibile verificare caso per caso: verrà stabilizzato chi magari non insegna da tempo o da non ha competenze nell’inglese o nell’informatica… Allo stesso tempo ci saranno insegnanti con un’esperienza notevole.