Gli ingranaggi restano fermi
A Castelcovati, nella frazione di Motella e a Orzivecchi non si potranno ammirare i presepi meccanici che attiravano migliaia di visitatori
Uno degli effetti collaterali della lotta all’epidemia di Covid è la possibilità di vivere un Natale diverso, più concentrato sulla Natività, più sobrio e meno consumistico. Ma l’obbligo di evitare assembramenti e contatti porta con sé anche la cancellazione di alcune apprezzate tradizioni natalizie, espressione di fede popolare, come i grandi presepi meccanici allestiti in diversi paesi della Bassa. Così ad esempio quest’anno non verrà allestito a Castelcovati il grande presepe storico nella chiesa di Sant’Alberto di fronte alla parrocchiale; né ci sarà quello meccanico di Motella, piccola frazione di Borgo San Giacomo, tradizionalmente preparato all’interno delle ex scuole elementari; e neppure si potrà ammirare quello di Orzivecchi, da anni visitabile nella grande stanza al primo piano del vecchio oratorio. Tutti presepi meta di fitti pazienti pellegrinaggi provenienti da tutta la provincia bresciana e anche oltre. Che registravano negli anni picchi di presenza che andavano dai 15 ai 50 mila visitatori nel periodo da Natale all’Epifania. Esattamente i giorni in cui quest’anno sarà vietato viaggiare fuori dal proprio comune di residenza.
Niente presepio quindi a Castelcovati, dove sotto il soffitto della chiesa trasformato in volta celeste è da 34 anni che viene allestito un presepe storico realizzato con marchingegni interamente di recupero che animavano i movimenti di oltre 260 personaggi, distribuiti su 250 metri quadrati percorsi da un corridoio lungo 40 metri.
Tra i presepi più famosi della provincia che quest’anno non vedranno la luce c’è anche quello di Motella. Gli “Amici della Greppia”, quest’anno hanno dovuto rinunciare a ricostruire paesaggi, attività, ambienti. Più di 500 statue, realizzate artigianalmente e rivestite di ricchi costumi, fisse o in movimento, disposte su 330 metri quadri di superficie.
Anche il gruppo “Amici del Presepio” di Orzivecchi non potrà proporre, com’era ormai tradizione da più di 20 anni, la ricostruzione accurata dell’antica Palestina. Un allestimento ricco ogni anno sempre di più, che si poteva vedere anche dall’alto grazie all’installazione di una comoda pedana rialzata.
“Ci piange il cuore – ha dichiarato Paolo del Panno de Gli Amici del Presepe di Castelcovati –. La legge ed il buon senso ci hanno fermato, ma speriamo ancora di poter fare qualcosa, magari un Presepio più semplice. Contiamo di inserire la Natività in Parrocchia, come segno di presenza e, perché no, di speranza. Quest’anno ne abbiamo tutti tanto bisogno”.