Ghedi: l'accoglienza con il Gruppo 29 maggio
Sono passati quasi due mesi dall’arrivo dei primi profughi dall’Ucraina a Ghedi e, di conseguenza, dall’inizio di quella che si potrebbe definire l’operazione accoglienza e Luciano Dabellani, responsabile del Gruppo 29 maggio, e il sindaco di Ghedi, Federico Casali, che in queste settimane hanno avuto modo di collaborare a più riprese, si sono ritrovati in Municipio per tracciare un punto della situazione di quanto è stato fatto e di quello che si intende ancora fare. “La nostra avventura – è il racconto di Dabellani, sostegno operativo dell’intero progetto – è iniziata due mesi fa e adesso mi sembra giusto tirare le prime somme e informare la comunità ghedese di come stanno andando le cose. Abbiamo accolto 55 persone (una è poi rientrata, ma è già tornata) ed abbiamo raccolto 34.500 euro. Con questa somma stiamo cercando di sostenere i bisogni delle persone che sono nostre ospiti, anche se si tratta di un impegno che richiede non solo tantissimo tempo, ma è pure estremamente oneroso (ed è per questo che il nostro auspicio è che le generose offerte della gente a sostegno di questo progetto possano continuare). Adesso vogliamo entrare nel vivo della seconda fase, che sarebbe l’integrazione. In questo senso abbiamo già organizzato un corso d’italiano e lo abbiamo potuto fare in una struttura che ci è stata messa a disposizione dal Comune. Questo corso è seguito da 15 bambini e 31 adulti e vede coinvolte 9 insegnanti e 2 mediatrici linguistiche. È facile capire che tutto questo comporta spese non indifferenti, ma noi proseguiamo sul nostro percorso e, in questo senso, abbiamo anche organizzato attività ludiche e ricreative per i profughi che si trovano a Ghedi, come in occasione della festa della mamma o della Pasqua ortodossa. Ci stiamo anche attivando per proporre una gita ed abbiamo già cominciato le iscrizioni dei bambini al Grest. L’idea di un inserimento effettivo ci ha spinti pure a preparare un servizio di traduzione dei certificati che possono servire ai nostri ospiti. In questo caso utilizziamo il servizio di una traduttrice, ma c’è da segnalare anche la collaborazione con l’Ambito 9, grazie alla quale vogliamo agevolare il permesso di soggiorno, e, quindi, la possibilità di avviare al lavoro qualcuno dei nostri ospiti”.
In tema di collaborazione il presidente del Gruppo 29 maggio elogia il percorso fatto in piena sintonia con il Comune: “In tutto questo l’Amministrazione Comunale di Ghedi ci è stata vicina. Posso ricordare che, oltre al locale per il corso d’italiano, ci ha concesso due appartamenti dove si sono collocate due famiglie, ci ha consegnato buoni spesa per 7.000 euro e un contributo di 3.000 euro. Il Comune di Ghedi ha sempre partecipato attivamente e ha messo a disposizione le assistenti sociali per la verifica dei nuclei famigliari giunti nel nostro territorio. Non dimenticherei che del Comitato istituito appositamente per gestire tutta questa situazione ha fatto parte da sempre l’assessore ai servizi sociali Delia Bresciani, che è sempre stata partecipe e disponibile. Ma c’è una cosa – è la conclusione di Dabellani – che mi preme sottolineare più di tutte e non lo dico per piaggeria e nemmeno per comodità. Se io e il Gruppo 29 maggio abbiamo potuto fare tutto quello che stiamo portando avanti, il merito è anche del Comune e della fiducia che il sindaco Casali ha riposto nella mia persona. Ha affidato a me tutta questa operazione ed ha creduto nel nostro modo di lavorare. Quello che stiamo vedendo è la conferma che quando si fa squadra tra associazioni di volontariato e ente pubblici si possono raggiungere davvero risultati molto importanti. È quello che sta accadendo a Ghedi, dove, in tutta sincerità, possiamo dire di avere dato vita ad un’accoglienza di eccellenza che in molti prendono ad esempio”.
L’epilogo del sindaco Casali all’incontro è stato altrettanto positivo: “Abbiamo avuto dall’inizio un’ottima collaborazione con il Gruppo 29 maggio. Certo accogliere i 55 profughi giunti dall’Ucraina è un compito molto impegnativo. Insieme, però, abbiamo cercato di raggiungere l’unico obiettivo e mi piace sottolineare che tra di noi non ci sono mai state né polemiche né diversità di vedute. Quello che la nostra Amministrazione ha potuto fare, lo ha fatto senza tirarsi indietro e, in questo senso, si pongono la scelta di farsi carico dei pasti dei bambini ucraini che frequentano la Scuola Primaria e della tariffa per i rifiuti delle famiglie che sono arrivate a Ghedi. Questo è lo spirito che ha caratterizzato in questi due mesi l’intera operazione e che, ne sono certo, contraddistinguerà anche i prossimi passi. Si continuerà a privilegiare l’impegno e i gesti concreti e si lasceranno da parte polemiche e prese di posizione che in situazioni di questo genere non hanno alcuna ragion d’essere”.