Gas metano: al via l'estrazione
Partirà dal prossimo anno l’attività estrattiva del Gas metano nel pozzo della bassa bresciana denominato “San Gervasio1”. Ma partirà con precise garanzie
Partirà dal prossimo anno l’attività estrattiva del Gas metano nel pozzo della Bassa bresciana denominato “San Gervasio1”. Ma partirà con precise garanzie, che i sindaci del territorio interessato dal giacimento sono riusciti ad ottenere dal Ministero dell’Ambiente e dalla società concessionaria, la Sogemond srl, società con sede legale a Policoro in provincia di Matera.
Forti infatti erano i timori espressi dai sindaci del comprensorio fin da quando si era ipotizzato di attivare l’impianto, oggetto di preoccupazioni formulate anche da parte del comitato ambientalista della Bassa Bresciana; perplessità rafforzate ad agosto di quest’anno quando era giunta la notizia della concessione del da parte del Ministero alla coltivazione del giacimento.
Ma ora i sindaci dei paesi interessati hanno ottenuto precise rassicurazioni, presentate con soddisfazione a Manerbio nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato i sindaci di San Gervasio Giacomo Morandi, di Cigole Marco Scartapacchio, di Pavone Mella Mariateresa Vivaldini e di Manerbio Samuele Alghisi.
Il sindaco di San Gervasio Giacomo Morandi, ha sottolineato: “Le nostre prescrizioni sono state inserite dal Ministero nel recente decreto sul progetto Sogemont”.
Tre in particolare le garanzie ottenute dagli amministratori: la realizzazione di una rete di rilevamento sismico; uno studio del sottosuolo in tre dimensioni; la rassicurazione, espressa nero su bianco, che il giacimento non è tecnicamente trasformabile in uno stoccaggio al termine dell’attività. Pertanto, finita la concessione che è ventennale, verrà semplicemente eseguita la “riduzione in pristino”. Inoltre sono stati previsti piani d’emergenza nel corso dell’attività estrattiva, garanzie in caso di incidenti e costanti informazioni sulle possibili emissioni nell’atmosfera.
La Sogemond stessa ha accettato spontaneamente di collaborare con le amministrazioni comunali, anticipando l’attivazione delle garanzie ed ha assicurato l’avviamento della rete di rilevamento sismico, collegata con quella dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, qualche mese prima dell’entrata in esercizio dell’impianto. Anche l’impegno ad ottenere dal ministero dello Sviluppo i dati necessari all’analisi del sottosuolo in 3D è in carico alla società.
Il giacimento ha un’estensione rilevante, di 77,45 chilometri quadrati. È stato trivellato ancora nel 1991 dall’ENI; è posto sul territorio di Cigole, praticamente al confine con San Gervasio, da cui prende il nome, ed interessa anche le zone limitrofe di Leno, Manerbio, San Gervasio, Verolavecchia, Pavone del Mella, Bassano, Pontevico ed Alfianello. La produzione stimata è di 50 milioni di metri cubi di gas metano, per una durata complessiva di 20 anni.
“Ovviamente la pratica Sogemont, non va in archivio” hanno assicurato i sindaci “continueremo a monitorare la situazione e l’adempimento degli impegni presi dalla società, anche con l’incarico di un geologo che verificherà, per noi, l’analisi del sottosuolo”.