False cooperative: guardia alzata e norme più stringenti. Parla Marco Menni
Come salvaguardare le cooperative sane dalle "mele marce"? Lo abbiamo chiesto al presidente di Confcooperative Brescia Marco Menni
Dal mondo cooperativo emergono realtà poco “limpide”. E’ di ieri la notizia dell’arresto nel Bresciano di due imprenditori che avrebbero frodato il fisco per circa 60 milioni di euro attraverso la costituzione di cooperative fittizie.
“Era un caso seguito e attenzionato - continua Menni -, che ha avuto i suoi tempi di indagine, ma dentro un quadro collaborativo con le istituzioni che ha mantenuto su Brescia una certa attenzione su questi fenomeni”. Non si tratterebbe, quindi, di un fulmine a ciel sereno: “Il caso era conosciuto negli ambienti, segnalato”. In tale frangente si usava lo strumento della cooperazione “impropriamente”, “soprattutto sul tema del lavoro e dell’occupazione, oltre al tema delle false fatturazioni”.
Se da un lato la realtà presieduta da Menni e l’Ispettorato del lavoro – attraverso la costituzione di un Osservatorio ad hoc – tengono alta la guardia, dall’altro, grazie al progetto “Stop false cooperative”, si chiede al legislatore di “fare norme più stringenti, che tutelino sostanzialmente anche il buon nome della cooperazione, per scovare e sradicare il malaffare”.
Intanto, per mezzo della già citata collaborazione, “nell’arco di 5 anni si è arrivati a cancellare 200 cooperative iscritte alla Camera di commercio di Brescia”, realtà “che presentavano parecchie anomalie”, per questo “scovate, segnalate e cancellate”. Questo avviene a Brescia, “ma purtroppo - chiosa Menni - non è così in tutta Italia”, anche a causa di “una normativa che favorisce alcune disattenzioni”.
R. GUATTA CALDINI
11 set 2015 00:00