Fabio: dal buio del coma alla vita
Fabio Spillare, 39enne di Montichiari, nel 1998 fu coinvolto in un grave incidente stradale, oggi vive in un appartamento domotizzato dell’Uildm
Una nuova vita in cui non ci si sente più un peso per la società, ma persone autonome e in grado di badare a sé stesse pur con qualche disabilità: è l’esperienza che può testimoniare Fabio Spillare, 39enne di Montichiari, il quale nel 1998 a causa di grave incidente stradale subisce un trauma cranico che gli infligge menomazioni senso-motorie e neurologiche permanenti. Da allora la famiglia (papà Santino, che muore 7 anni fa, mamma Assunta e il fratello Corrado) intraprendono viaggi da una città all’altra alla ricerca di una struttura in grado di fornire supporto e assistenza. La costanza ha la meglio: dopo un percorso specifico in un centro a Verona e la costosa riabilitazione in una realtà di Torino dedicata ai traumatizzati, Fabio riesce anche a diplomarsi all’Itc don Milani. Seguito dai Servizi sociali del Comune di Montichiari, dal 2016 a Brescia frequenta il Centro diurno per disabili Nikolajewka “dove – ci spiega la mamma – si sente finalmente valorizzato ed apprezzato, ciò che finora era mancato nelle strutture in cui si era trovato”. Ma è dallo scorso 1° ottobre che i suoi sforzi e quelli dei familiari vengono pienamente ripagati: Fabio viene, infatti, inserito in un progetto pilota di vita indipendente per le persone con qualche disabilità, un’esperienza finora unica per Montichiari, e va ad abitare in un appartamento domotizzato a Flero, di proprietà dell’Uildm (l’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), a sua volta donato da un genitore con un figlio affetto da gravi handicap.
L’autonomia. Assistito da un badante ad personam e con il sostegno prezioso dell’Anffas, Fabio si apre ad una vita nuova, in cui accetta di non essere autosufficiente appieno, ma è autonomo nelle azioni quotidiane. Tutti i giorni si reca a scuola, in bus, dove apprende nozioni di informatica (la sua passione) e svolge attività motorie e fisioterapiche per migliorare i movimenti. “Vederlo felice – spiega ancora mamma Assunta – è una gioia. Mio figlio è stato una chiamata per la società ed essa ha risposto positivamente. Voglio ringraziare in particolare Silvia Ungaro della Scuola Nikolajewka, Marco Faini e Simona Rapicavoli dell’Anffas per lo straordinario lavoro profuso e il dirigente di Regione Lombardia Paolo Formigoni”. Un pensiero Fabio lo rivolge anche al papà Santino: “So che lui ora dal cielo mi guida e mi custodisce”, dice commosso. Tutto è stato possibile grazie ad una rete di professionalità capaci di supportare ed orientare la famiglia la quale, senza mai perdersi d’animo nemmeno nei periodi più bui, ha aperto a Fabio una strada dagli orizzonti finalmente più sereni. Una storia che dà speranza.