EXPO 2015 - La carta di Milano: un impegno per il terzo millennio
Sconfiggere la fame nel mondo entro il 2030 è possibile. Il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina ne ha discusso assieme ad altri esponenti di spicco durante la Festa Nazionale dell'Ambiente del Pd di Botticino
Il ministro è partito subito ricordando che Expo e Carta di Milano sono un grande richiamo alla consapevolezza di tutti: governi, imprese, associazioni (per la prima volta in Expo) e cittadini, perché "ciascuno può fare azioni concrete per raggiungere l’obiettivo". Ha citato poi Papa Francesco e ricordato il paradosso dell’abbondanza: dove milioni di persone soffrono la fame, due miliardi soffrono di obesità, ed un terzo del cibo viene buttato. Paradosso che sottolinea come il primo impegno concreto resti quindi la lotta allo spreco.
Martina ha ricordato poi come il diritto al cibo sia una delle grandi questioni su cui praticare la pace ed il dialogo internazionale e ha annunciato che a settembre l’obiettivo sarà proprio quello di portare la lotta alla fame all'assemblea generale dell’ONU dove verranno definiti i prossimi Obiettivi del Millennio. “Azzerare la fame entro il 2030 è possibile - ha proseguito - come dimostrano i dati: secondo la FAO oggi le persone che soffrono la fame si sono ridotte a 650 milioni. Sono sempre tantissime (è come se l’intera Europa soffrisse la fame), ma negli ultimi 5/6 anni sono diminuiti”.
Il ministro ha sottolineato infine come l’Italia sia in prima fila in questo progetto, ma anche come occorrano comportamenti coerenti: “servono l’approvazione delle leggi sul recupero alimentare e sulla tutela del suolo agricolo, ma serve soprattutto una grande azione educativa nella scuola, con i ragazzi. Ad Expo abbiamo approvato la Carta di Milano dei bambini e nella riforma della Buona Scuola abbiamo inserito uno spazio per l’educazione alimentare, come educazione civica”, ovvero l’educazione alimentare come metafora di buona cittadinanza.
E' toccato a don Colmegna ricordare la necessità di tradurre i dibattiti in azioni concrete e sottolineare un passaggio cruciale dell'enciclica di Papa Francesco."Servono cambiamenti culturali enormi. Come Giovanni XXIII scrisse la Pacem in Terris perché il mondo rischiava l’olocausto nucleare se non cambiava, così è oggi. Se con cambiamo mentalità e non ci prendiamo cura del creato il mondo rischia di essere travolto. Dobbiamo rompere con la cultura dell’individualismo, con gli egoismi personali”.
Ha proseguito poi sottolineando come il punto focale non sia garantire l’aiuto a chi ha fame o trasformare l’aiuto ai poveri in diritto, ma di un impegno più grande ed oneroso: "Si tratta di qualcosa di più: la nostra responsabilità non è solo aggredire la fame nel mondo, è redistribuire i beni comuni”.
Infine Prandini ha rimarcato l’impegno della Coldiretti per produrre cibo di qualità e Segre ha ricordato che gli affamati sono fra di noi e che “bisogna lottare contro lo spreco, recuperare tutto quello che si può e incentivare l’economia del dono”.
SERGIO ARRIGOTTI
28 lug 2015 00:00