Emigranti con l'Italia nel cuore
La visita delle famiglie Tortelli espatriate in Brasile sui luoghi d’origine: due momenti intensi ad Acquafredda e Carpenedolo
Due importanti momenti hanno atteso i migranti delle famiglie Tortelli del Brasile carichi di sentimenti e grande gioia: quello più istituzionale vissuto ad Acquafredda, paese della loro partenza e quello a Carpenedolo, altro punto di riferimento con il parroco Don Franco Tortelli. Piacevole sorpresa e grande commozione all’incontro degli esponenti del casato Tortelli, pronipoti del concittadino Agostino partito a fine ‘800 per cercare fortuna in Brasile. Ricevuti dal sindaco Maurizio Donini, accompagnati dai nipoti Carla, Giorgio e da don Franco Tortelli arciprete di Carpenedolo, la piccola delegazione era capeggiata da Armando, Dari e Leo, in rappresentanza degli oltre settemila Tortelli oggi radicati nelle diverse professioni e in varie regioni del Brasile. In dono alcune pubblicazioni su Acquafredda e il gagliardetto dello stemma comunale. Gli ospiti hanno potuto visitare, a sorpresa, il Museo della civiltà rurale nel mansardato del palazzo comunale; per loro un inaspettato amarcord, sia per i numerosi reperti ben disposti dai volontari del “Penna-Rodella” e sia per alcuni particolari, come la gigantografia di Gisella Tortelli intenta a lavorare al “vapurì” nella filanda che era del nobile Clemente Di Rosa. La signora Lucia non ha trattenuto la commozione pensando al papà che per settant’anni aveva cullato invano il sogno di vedere il paese delle sue radici.
La delegazione, approfittando dell’apertura della chiesa parrocchiale, ha compiuto una breve visita con preghiera al fonte battesimale, dove Agostino “l’emigrante”, i fratelli Giuseppe, Ferdinando e Giulio (figli di Carlo) furono battezzati. Qui la parola è passata a don Franco Tortelli che con appropriate frasi ha smosso le corde del cuore e della commozione. I Tortelli del Brasile hanno conservato una religiosità straordinaria, che molto spesso qui da noi è andata velocemente spegnendosi; tra loro vive anche suor Teresina, coordinatrice della “pastorale della Terza età” attiva in tutte le diocesi e che “muove” 186 mila attivisti.
Ha fatto seguito la visita e la preghiera innanzi al cippo cimiteriale che ricorda la vita di impegno familiare-sociale-amministrativo di Tortelli Giulio, figlio di Carlo (1813-1876) capostipite di questo gruppo familiare. Per l’occasione, l’appassionato Mario Giacobbi ha spiegato il frutto delle sue ricerche su padre Vincenzo Tortelli (1768-1859) “guardiano superiore” dell’ordine dei Francescani minori bresciani che ha avuto un ruolo importante nel ripristino delle congregazioni religiose dopo la caduta di Napoleone. Prima dei saluti e dei ringraziamenti, sfiorando il monumento ai Caduti e la chiesa di san Biagio (chiusa da 15 anni al culto per inagibilità), una breve sosta alla casa posta al civico 12 del Borgo di Sopra (oggi via T. Speri) da cui partì Agostino Tortelli con tante speranze. Nella serata a Carpenedolo raduno dei Tortelli, momenti ricchi di ricordi, sofferenza ed esperienze.