Don Mori e gli incidenti sul campo da calcio: Gli adulti tornino a giocare, a divertirsi
Un episodio poco decoroso si è verificato nell'ambito del trofeo oratorio di Piamborno. Il commento di don Marco Mori
La vicenda è avvenuta nell’ambito dell’oratorio, ma sarebbe potuta accadere anche altrove. Su cosa si deve lavorare affinché simili episodi non si verifichino o più?
Mi piacerebbe sempre commentare gli episodi sportivi per la bellezza delle loro attività, per ciò che accade in campo, non per queste cose. Purtroppo siamo costretti a farlo anche in ambito oratoriano. Questo è il primo male. Del resto non c’è nessun ambiente che dal punto di vista sportivo sia esente dalla tentazione della “violenza”, della forza, del rovinare il gioco degli altri. Questo è il primo vero aspetto sul quale lavorare all’interno di un oratorio. Io invito a non scandalizzarci. Gli sportivi che frequentano l’oratorio non sono diversi da quelli che magari vanno allo stadio, ma in oratorio possiamo e dobbiamo riflettere su questi atteggiamenti. Poi sono molto contento che l’oratorio sia intervenuto, non stigmatizzando la cosa, ma dicendo a chi di dovere di uscire. E’ questo di cui abbiamo bisogno. Non dobbiamo scandalizzarci ma intervenire educativamente: il tema dello sport va custodito, affinché attraverso questo si possa crescere. Del resto ci sono delle società e degli educatori che intervengono là dove c’è bisogno di intervenire.
A fronte di quanto accaduto se è vero che c’è un’urgenza educativa per i giovani, è altrettanto vero che anche gli adulti dovrebbero tornare sui banchi...
Nell’ambito sportivo gli adulti devono tornare a giocare, a divertirsi con i bambini, relativizzando i risultati. Tante volte gli adulti proiettano sui figli, sui ragazzi, gli obiettivi che avrebbero voluto raggiungere loro. Questo è un disastro. Se io non sono riuscito a diventare campione e voglio che lo divenga mio figlio è un disastro. Molte volte dietro a questi atteggiamenti poco sportivi degli adulti c’è un atteggiamento altrettanto “poco sportivo” nei confronti della loro vita e di quella dei loro ragazzi, dei loro figli.
REDAZIONE ONLINE
05 ott 2015 00:00