Cooperativa La Vela: è tempo di work camp
Otto ragazzi provenienti da svariati Paesi parteciperanno, a partire da lunedì 29 giugno, al work camp 2015 dedicato alla cura del verde e all'interculturalità
Quali sono le direttive del progetto? In cosa consiste?
Ospiteremo 8 giovani volontari provenienti da tutto il mondo: Francia, Russia, Spagna, Serbia e Messico. Si tratta di ragazzi, dai 18 ai 35 anni, che verranno a Nave e a Collebeato per prestare il loro servizio di volontariato. E’ una proposta culturale, ambientale; nello specifico, quest’anno, i ragazzi si occuperanno di Villa Zanardelli, a Nave, sistemando parte del parco, stessa cosa dicasi per il parco Primo Maggio a Collebeato. La mission: manutenzioni e incontro delle realtà locali.
Quali sono le realtà coinvolte?
Per quanto riguarda Nave è coinvolto il Gav (Gruppo amici di Villa Zanardelli), che si occupa da tanti anni del parco della Villa, sono loro i principali protagonisti di quest’esperienza, insieme, ovviamente, alla Cooperativa. Poi ci sono altre realtà che incontreranno questi ragazzi, in particolare: la Protezione civile, che metterà a disposizione le brande per dormire; la parrocchia e l’oratorio di Cortine che ospiteranno, durante il periodo a Nave, i ragazzi; i volontari dell’Mcl a cui è affidata la gestione del bar all’interno della Villa; il bar NaturaLounge, che si occuperà dell’aperitivo di accoglienza; il Mulino Fenotti, a cui è affidata un’esperienza serale con i volontari; gli Amici della Pieve della Mitria, come anche il gruppo ecologico di Collebeato. Ricordo i giardinieri Marco Soardi e Dario Frassine che aiuteranno i ragazzi a sistemare il parco e la Cooperativa Il Calabrone. Le realtà sono molte, ne ho nominate solo alcune. Ci sarà quindi la possibilità per questi ragazzi di incontrare il nostro territorio che è fatto di cooperazione e solidarietà.
Siamo alla terza edizione. Può tracciare un bilancio delle esperienze precedenti?
Le esperienze sono sicuramente positive, innanzitutto perché c’è la possibilità di incontrare altri mondi, altre culture. Si tratta di uno scambio di opinioni, tradizioni, esperienze, abitudini e modi di pensare. Sottolineo inoltre la possibilità - per i ragazzi - di parlare una lingua diversa per 15 giorni, attuando un’esperienza interculturale sul nostro territorio, mettendo a contatto giovani con giovani, un’esperienza di apertura e volontariato in ingresso che sicuramente ravviva le comunità dove i ragazzi sono ospitati.
Per l’intervista completa ascolta il podcast
R. GUATTA CALDINI
26 giu 2015 00:00