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Brescia
di REDAZIONE ONLINE 10 mag 2016 00:00

Con "Cuore Aperto" in Uganda per aiutare le future mamme

Presentato il nuovo progetto sanitario in ambito materno-infantile dell'ong bresciano-mantovana Pobic

L'ong bresciano-mantovana Pobic attiva il progetto “Cuore Aperto” anche in Uganda, dove crea ex novo un progetto sempre sanitario ma in ambito materno-infantile legato alla gravidanza. Pobic è un'associazione nata oltre 20 anni fa a Brescia e cheè attiva in alcuni paesi del sud e dell'est del mondo, come Costa D'Avorio, Nigeria, Marocco, Ucraina. Due i progetti principali presentati a Brescia: “Emergency Transport” e “Cuore Aperto”, di cui i libri usciti raccontano le avventure attraverso i volti, le storie, i contesti dei beneficiari, ovvero soprattutto bambini affetti da gravi patologie al cuore, (per loro incurabili) che, con le loro madri, grazie a Pobic vengono in Italia, operati all'ospedale Gaslini di Genova, ospitati durante la convalescenza nella casa alloggio di Pobic. E poi tornano a casa, guariti.

Dal 18 al 22 aprile scorso una delegazione di Pobic si è recata in Uganda, composta dal presidente Paolo Novellini, dal responsabile progetti Festus Adedayo, dalla ginecologa e consigliera comunale con delega alla salute al Comune di Brescia Donatella Albini, dall'ostetrica nonché presidentessa del collegio delle ostetriche di Brescia Antonella Novaglio e dall'amica veterinaria Manuela Fazia. Il viaggio è stato realizzato per mettere a punto i due nuovi progetti in collaborazione con un'associazione locale, la Rena-Foundation, una realtà attiva nella regione Rwenzori, nell'Uganda dell'ovest che Pobic ha conosciuto lo scorso inverno in modo, come spesso accade, casuale: grazie al contatto con Manuela Fazia, che in passato è stata molti mesi in Uganda e grazie all'associazione cui è iscritta ovvero Pianeta Viola, Pobic ha conosciuto il reverendo Fred Tusingire, fondatore di Rena e che nel suo villaggio natio chiamato Mahyoro ha costruito scuole e la sezione “Good Hope”, ovvero un ambulatorio che fornisce i servizi sanitari di base alle persone della zona, con laboratori per i test contro la Malaria, l'Hiv-Aids e un settore dedicato alla maternità. Proprio quest'ambito rientra nel progetto di Pobic, che vuole potenziare l'offerta alle donne locali in termini di assistenza alla gravidanza, al parto, alla prevenzione e alla formazione.

Per una prima valutazione Pobic ha dunque organizzato il viaggio dei giorni scorsi, che ha avuto il patrocinio del Comune di Brescia e che ha portato le due dottoresse bresciane all'ambulatorio del villaggio di Mahyoro, dove hanno avuto modo di rendersi conto dei bisogni della struttura e delle richieste delle donne che la frequentano. Albini e Novaglio hanno messo a disposizione le loro competenze per un'intera giornata, visitando una trentina di donne sull'oltre centinaio che era accorso all'ambulatorio di Rena, dove forte è la la carenza di strumentazione: manca perfino un semplice metro per misurare la grandezza della pancia della donna! Nell'ambulatorio infatti ci sono solamente uno stetoscopio, un lettino da parto mezzo rotto, un macchinario per l'ecografia e poco altro. L'ong ugandese infatti nei giorni precedenti aveva sparso la voce della presenza delle dottoresse italiane e della possibilità di essere visitate gratuitamente da loro: un'occasione unica per le donne del luogo, molte delle quali poverissime che non possono permettersi nemmeno un controllo durante una delle tante gravidanze che portano avanti nella loro vita.

Pobic ha stretto un accordo di collaborazione con Rena, sia per recuperare la strumentazione sanitaria, sia per la formazione, per offrire cioè alle ostetriche e al personale locale le nozioni adatte per affrontare le più comuni problematiche legate alla maternità. I casi più seri saranno trasferiti dall'ambulatorio di Rena del villaggio di Mayhoro all'ospedale più vicino, quello della cittadina di Ibanda: con questa struttura c'è intenzione di sottoscrivere un gemellaggio e in tal senso si sono presi accordi con il direttore sanitario (incontrato durante la missione), non solo per sostenere le donne utenti di Rena ma anche per la formazione e l'aggiornamento dei medici locali tramite scambi con l'Italia e Brescia.

“Grazie al lavoro intenso, faticoso e importantissimo delle due dottoresse bresciane abbiamo abbozzato un piano formativo da sviluppare in collaborazione con Rena e l'ospedale di Ibanda”, ha dichiarato il presidente di Pobic Paolo Novellini. Il suo bilancio del primo viaggio in Uganda e dell'avvio dei progetti è stato molto positivo: “un viaggio che ha prodotto risultati oltre le aspettative: abbiamo trovato una ong partner, la Rena Foundation, molto importante che deve essere aiutata nel suo sviluppo operativo. Per questo Pobic potrà dare un aiuto concreto ed efficace attivandosi con il progetto relativo alla gravidanza e attivando il progetto “Cuore Aperto”, che ormai da anni portiamo avanti in Nigeria”.


Da qualche giorno “Cuore Aperto” è attivo anche in Uganda, dove l'ong locale Rena individua i casi da affidare all'ong italiana che si fa carico economicamente e dal punto di vista logistico del viaggio, dell'organizzazione del ricovero e dell'intervento, dell'ospitalità in convalescenza del piccolo paziente e della madre. Sono due le bambine che sono state segnalate da Rena e che rientrano nel progetto: Mirias Amutuhaire e Allen Kumujuni, entrambi incontrati nelle loro case con la loro famiglia. Mirias Amutuhaire, nata il 28 febbraio 2007, vive con i genitori, 2 sorelle e 1 fratello a Mbarara. Nel 2014 la famiglia ha scoperto la malattia della bambina, una cardiopatia per la quale deve essere operata. Grazie a Pobic il padre e la madre possono sperare nel futuro della loro piccola. La seconda bimba, Allen Kumujuni, nata il primo maggio 2012, vive a Ibanda, la cittadina dove Pobic si è recata anche per stringere l'accordo di gemellaggio con l'ospedale locale.
REDAZIONE ONLINE 10 mag 2016 00:00