Cisl. Richiedenti asilo: l'anomalia tutta bresciana. L'intervento di Morcone
Le prospettive future in tema di protezione internazionale e richiedenti asilo sono state al centro di un dibattito tenutosi giovedì 12 febbraio.
Intervenendo ai lavori della mattinata, Mario Morcone, Capo Dipartimento Libertà civili e Immigrazione del Ministero dell’Interno, è tornato sull’anomalia tutta bresciana delle pratiche per l’emersione dal lavoro irregolare degli immigrati, quella che impropriamente viene definita la “sanatoria del 2012”.
Come mai – si è chiesto il funzionario ministeriale – mentre in tutta Italia le pratiche respinte si attestano intorno al 20% a Brescia, e solo a Brescia, le pratiche accolte sono al 20%? Un interrogativo che ne ha generati immediatamente altri due. Forse tutti coloro che volevano emergere con truffa si sono concentrati a Brescia? E’ stata data una lettura corretta della norma che prevedeva la regolamentazione di questa emersione?
Singolare l’assonanza con quanto affermato dalla Cisl lo scorso 17 gennaio dopo la presentazione dei dati bresciani da parte del Prefetto. Insomma, una questione tutt’altro che chiusa.
Sui richiedenti e titolari di protezione internazionale – coloro che fuggendo da persecuzioni e guerre intraprendono viaggi impossibili nel Mediterraneo per raggiungere Paesi dove ricostruirsi una vita – Mario Morcone ha ricordato che nel 2014 sono sbarcate sulle nostre coste 170.000 persone, ma che moltissime sono quelle partite dalle coste del Nord Africa perdendo la vita in drammatiche traversate.
Ha poi illustrato l’impegno fondamentale dei Progetti SPRAR (da quest’anno Brescia rientra Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) annunciando la costituzione di un gruppo di studio per l’elaborazione di un documento che contenga una valutazione approfondita dell’impatto, in termini di analisi costi/benefici, prodotto dagli investimenti pubblici effettuati in favore del sistema di accoglienza nazionale. Il gruppo dovrà concludere i lavori entro il 30 giugno 2015, perché solo la conoscenza dei dati sul bisogno permetterà una seria programmazione e dare risposte a domande che oggi non ne hanno. Un esempio? Tre milioni di siriani sono fuoriusciti dal loro Paese e non vi rientreranno più: dove si dirigeranno? Dove si insedieranno per ricominciare una nuova vita?
REDAZIONE ONLINE
13 feb 2015 00:00