Brescia unita per dire no al terrorismo
Iniziative e prese di posizione di diverse realtà bresciane contro i tragici fatti di Parigi
“Siamo vicini al dolore delle famiglie e al popolo francese in questo tristissimo momento“. E’ questo, invece, il commento del segretario provinciale della Cisl Enzo Torri a farsi interprete dei sentimenti di solidarietà e di partecipazione della Cisl bresciana per una città, Parigi, e per i suoi abitanti
“Quanto accaduto a Parigi– scrive in una nota il leader della Cisl bresciana – non può trovare nessuna interpretazione che in qualche modo cerchi di spiegare politicamente e umanamente atti che sono riconducibili solo ed esclusivamente all’odio irrazionale, al fanatismo terroristico che nessuna religione può tollerare. Uccidere persone inermi, in una serata di svago e divertimento, è un atto crudele verso qualsiasi individuo prima ancora che contro un paese. Nel nome di nessun Dio questi atti possono trovare una loro motivazione e guai a cadere nella trappola di chi vuole ricondurre a conflitti religiosi atti puramente criminali“.
“Ci stringiamo attorno a Parigi e alla Francia. Leviamo forte un grido di esecrazione per gli attentati terroristici. La priorità assoluta è riaffermare la pace, sconfiggendo le forze che stanno dietro ai criminali esecutori, il cui lucido disegno è portare il caos e la guerra in Europa». Il Presidente provinciale delle Acli Roberto Rossini fa sue le parole a caldo del Presidente nazionale Gianni Bottalico di fronte alle prime tragiche notizie che giungevano ieri sera dalla capitale francese.
“Si tratta di un attacco a tutta l'umanità - prosegue la nota diramata dalle Acli provinciali - come lo sono i recenti attentati di Beirut, le bombe messe nei luoghi affollati che da anni fanno parte della vita quotidiana di Baghdad e di Kabul, i massacri di interi villaggi compiuti in Nigeria. Purtroppo, noi europei ci accorgiamo solo adesso di questo attacco all'umanità, quando anche le nostre vite cominciano ad essere considerate spendibili. Non solo spesso abbiamo chiuso gli occhi, ma ci sono delle corresponsabilità di stati europei nella destabilizzazione di vaste aree del Medio Oriente e della Libia, e ultimamente della Siria. Da questa destabilizzazione ha tratto vantaggio e sostegno l'Isis per il suo repentino sviluppo”.
M.VENTURELLI
17 nov 2015 00:00