Borgo San Giacomo: il restauro di San Fermo
Venerdì 20 dicembre, a partire dalle 20.45, la chiesa Parrocchiale di Borgo San Giacomo ospiterà la presentazione del restauro della seicentesca tela che raffigura “San Fermo che intercede presso Dio perché protegga i contadini e gli allevatori di Borgo San Giacomo”. Un lavoro importante che ha riportato al suo originario splendore una preziosa testimonianza del patrimonio storico e religioso della comunità gabianese. “In questo senso – è la spiegazione del parroco don Fausto Mussinelli – dobbiamo rivolgere il nostro grazie alla Fondazione Comunità Bresciana, che con il suo contributo ha messo a disposizione il 50% della somma necessaria per eseguire l’intervento. Dall’altra la stessa gratitudine spetta ai fedeli di Borgo San Giacomo, che stanno offrendo l’altro 50%, in uno slancio di generosità che spero possa continuare sino a raccogliere l’intera somma. Visto che siamo in tema di ringraziamenti, mi sembra doveroso citare anche il restauratore bresciano Leonardo Gatti e il suo staff. Hanno affrontato questa sfida non facile con impegno e grande competenza e il risultato finale è sotto gli occhi di tutti come i gabianesi potranno constatare la sera di venerdì”.
Proprio il professor Gatti anticipa le considerazioni tecniche del lavoro: “Sin da quando ci è stato affidato questo incarico, autorizzato dalla Soprintendenza, che ha seguito i lavori con la dottoressa Laura Sala, e dall’Ufficio Beni Culturali della Curia di Brescia – è la sintesi del restauratore bresciano – ci siamo subito accorti che la tela si trovava in un pessimo stato di conservazione, con colori che avevano perso luce e brillantezza. Insieme al mio staff abbiamo così deciso di eseguire la ripulitura, puntando dapprima ad un restauro conservativo per recuperare completamente il quadro e poi al recupero estetico e cromatico dell’opera. All’inizio del nostro lavoro si presentava sporco, ricoperto da polvere e imbratti parzialmente sedimentati e con una vernice ingiallita che ne impediva una corretta lettura cromatica. Da segnalare, inoltre, che l’opera è stata collocata su un vecchio telaio, in cattive condizioni di conservazione, e presentava sul retro parecchie pezze di tela, applicate per ricucire strappi e buchi sul fronte. Il dipinto, infine, è già stato sottoposto ad un intervento piuttosto grossolano verso la metà del secolo scorso. Anche per questo ci siamo trovati ad affrontare un compito senza dubbio impegnativo, ma, dopo avere definito il nostro piano di intervento, siamo riusciti a riportare il dipinto di San Fermo al suo originario splendore e questo è per noi un grande motivo di soddisfazione”.
L’importanza di questa tela per i fedeli di Borgo San Giacomo viene spiegata insieme dal parroco don Fausto Mussinelli e da Giorgio Venturini: “Si tratta di una tela di notevoli dimensioni (220 x 185 cm), che raffigura San Fermo nelle vesti di soldato, colto nell’atto di intercedere presso Dio nell’alto dei cieli per la salvezza di Gabiano (raffigurato ai suoi piedi), dei suoi abitanti e, in particolar modo, dei contadini gabianesi e dei loro animali. A tal proposito è possibile osservare nella parte bassa dell’opera la rappresentazione di tre figure maschili, probabilmente contadini o pastori, circondati da alcuni animali. Con un realismo e una padronanza dell’arte pittorica degni di nota si può infatti osservare la raffigurazione di un cane, di due ovini, di un bue, di un maiale e di un asino, inseriti in un verdeggiante e rigoglioso contesto bucolico al centro del quale spicca il profilo dell’antico Gabiano, con la chiesa di San Genesio facilmente riconoscibile in primo piano (per il porticato esterno tuttora esistente) e, sullo sfondo, la sagoma dell’originaria torre campanaria della chiesa parrocchiale (poi abbattuta e sostituita dall’attuale Torre Maggiore settecentesca). San Fermo, compatrono della chiesa di San Genesio insieme a quest’ultimo, era il santo protettore per eccellenza delle campagne gabianesi prima che Sant’Antonio Abate ne prendesse il posto in tempi più recenti. È a San Fermo che generazioni di nostri antenati, agricoltori e allevatori, si sono votati per la propria salvezza e per quella dei raccolti e degli animali. Numerosi sono a tal proposito i riferimenti custoditi ancora oggi entro gli antichi tomi del nostro archivio parrocchiale ove si racconta di come, sino almeno al XIX secolo, in occasione della giornata dedicata a San Fermo vi fosse l’abitudine di recarsi presso la chiesa di San Genesio con i propri animali per la messa in suo onore e per riceverne la benedizione. Proprio presso quest’edificio sacro la nostra tela è stata custodita per secoli, appesa al muro della controfacciata al di sopra del grande portale d’ingresso, fin quando si è deciso di spostarla nella sua collocazione attuale, per ragioni di sicurezza, pochi decenni orsono. In ogni caso – è la conclusione di don Mussinelli e di Giorgio Venturini – si preannuncia un interessante balzo all’indietro nel tempo nella storia della nostra comunità, della sua vita e della sua fede. Proprio per questo invitiamo fin d’ora il maggior numero possibile di persone (e non solo della nostra parrocchia) a partecipare all’incontro di venerdì 20 dicembre. Insieme potremo ammirare un capolavoro ed un motivo d’orgoglio della nostra comunità riportato al suo originario splendore e conoscere le testimonianze lasciate dai nostri progenitori”.