Alfianello piange il suo maestro
La vicinanza del sindaco dott. Matteo Zani, del parroco emerito don Mauro Manuini e dell’amministratore parrocchiale don Pierantonio Lanzoni per la scomparsa di Romano Tomaso
Grande commozione ha suscitato in paese la scomparsa di Romano Tomaso, 98 anni, da tutti conosciuto come il maestro Zino, per più di 35 anni insegnante alle scuole elementari e cultore di storia locale nonché appassionato del dialetto bresciano. Classe 1921, il piccolo Tomaso frequenta la scuola materna sotto la guida della maestra Emilia Boldori. Dopo le elementari Tomaso frequenta a Pralboino la Scuola Media e a Cremona le Magistrali presso l’istituto Sofonisba Anguissola. Nel 1941 venne chiamato alle armi rimanendovi sino al maggio del 1945 quando finalmente potè ritornare ad Alfianello e riprendere ad insegnare. Si sposò nel 1950 con Mancini Clara, insegnante pure lei da cui ebbe una figlia Nadia. Il maestro Zino rimase come insegnante sempre qui ad Alfianello fatta eccezione del solo anno scolastico 1957-58 quando volle seguire la moglie a Piazze di Artogne in Val Camonica. Allora le classi erano numerose e il maestro Zino aveva a che fare con ragazzi anche allora vivaci, ma sapeva intervenire in modo adeguato per ottenere la disciplina. In una società allora essenzialmente contadina ed ancora largamente analfabeta, il maestro, figura degna del massimo rispetto, non era insegnante solo di determinati contenuti disciplinari, ma soprattutto educatore e trasmettitore di valori, di regole civili di comportamento e di norme di vita pratica. In tutto questo il maestro Zino si è distinto e prodigato nei suoi 35 anni di insegnamento, con dedizione e con vero amore verso la scuola e verso i ragazzi che amava profondamente. Accanto alla scuola che lo tenne occupato per tanti anni, il maestro Zino, fu promotore del “Centro di lettura”, una istituzione culturale che rimase attiva per un decennio, dal 1956 al 1966: era una specie di scuola serale per adulti, ma aperta anche ai giovanissimi, dove gli argomenti di confronto e discussione spaziavano dall’agricoltura, allo sport, alla salute ed ai problemi attuali di allora. Nella vita nel maestro Zino c’è però un grande amore che ha coltivato per tutta la vita e al quale si sentiva legato da un morboso piacere: l’amore per il dialetto bresciano ed in particolare per quello di Alfianello. Una passione diventata per lui lavoro quotidiano fatto di annotazioni di espressioni, di frasi, di vocaboli, detti e proverbi dialettali raccolti dalla bocca della gente. Per lui maestro, il dialetto divenne pure strumento didattico che applicò all’insegnamento della lingua italiana durante tutta la sua attività di insegnamento. Da questa sua tenacia e pazienza certosina sono scaturiti alcuni libri editi soprattutto per merito della “Cassa Padana “ e della “Fondazione Dominato Leonense” come un dizionario in dialetto bresciano “…’Na quàt paròlå delå Bàså Bresanà “.
Seguirono altri libri come “ Emusiù e fragransà de na quàt tradisiù delå Bàså Bresanå”, “Tradisiù e superstisiù della Bàså Bresànå”, “ Migå töt, ma ‘n pó dé töt: Storie, poesie e riflessioni in dialetto bresciano”. Infine non si può non ricordare il suo appuntamento bimensile con lo scritto, rigorosamente in dialetto alfianellese, sul Bollettino parrocchiale “ Sótå la Lòšå” ( titolo da lui proposto) dal primo numero del 1983 sino a quello della sua morte. Anzi molti altri scritti da lui lasciati verranno pubblicati postumi sul Bollettino parrocchiale. Colonna storica portante di Alfianello, punto di riferimento di molte generazioni, profondo e rispettoso amico dei parroci che si sono succeduti in un secolo di storia parrocchiale, don Giovanni Volpi, don Enrico Gobbi, do Giovanni Leonesio e ultimamente don Mauro Manuini, della sua lunga esistenza rimane come essenziale la sua profonda umanità che significa affabilità con tutti che si concretizzava con forti e fraterni abbracci (come lui stesso spesse volte soleva definirli), disponibilità della sua esperienza, della sua saggezza, del rispetto e dell’amicizia, culto ed amore del passato, dei valori di un tempo, ma presenti ancora oggi. Nella sua vita si può accomunare un secolo di storia, da lui stesso vissuto intensamente.