Alessandro, al bar con la passione nerazzurra
Intervista a uno dei giovani coinvolti nel progetto "Ventunogrammi"
Quello della ristorazione e dell’accoglienza è un mondo che Alessandro conosce bene. “Nel locale dovrò occuparmi della caffetteria, della cucina e, in caso di necessità – afferma anche della panetteria”.
Alessandro abita a Roncadelle e sul lavoro che lo attende a “Ventunogrammi” ha le idee sufficientemente chiare. “Per me – afferma al proposito – si tratta di un’esperienza nuova. Per la prima volta avrò modo di mettermi alla prova con la clientela su quello che ho imparato negli anni della scuola. Spero che sia una bella esperienza e che il locale sia frequentato da tante persone”. In questa nuova importante pagina della sua vita Alessandro ha trovato il pieno appoggio della famiglia, papà, mamma e delle due sorelle. “Mi hanno incoraggiato – ricorda–, anche quando si è tratto di passare da un lavoro come quello della lavanderia industriale a questo che per me è più stimolante perché mi dà la possibilità di vivere esperienze sempre nuove”. Alessandro vive i giorni che mancano all’apertura del locale con entusiasmo. Non sono molte le cose che lo preoccupano, forte anche degli insegnamenti e dei consigli ricevuti durante il percorso di formazione che ha preceduto l’assunzione a “Ventunogrammi”.
Ancora non sa, come tutti i giovani, se quello della ristorazione sarà il suo campo professionale definitivo. Per ora, forte dei suoi 23 anni, vuole vivere questa nuova e importante esperienza senza troppi patemi.
Patemi che, invece, gli arrivano dall’Inter, la sua squadra del cuore, che negli ultimi mesi, dopo una partenza lanciata in campionato, fa un po’ di fatica.
Alessandro ha anche un’altra passione, quella per l’astronomia che però non ha avuto ancora modo di coltivare fino in fondo.
L’avvio di questa nuova esperienza lavorativa (20 ore settimanali) forse toglierà un po’ di spazio ai suoi interessi extralavorativi (Alessandro pratica anche il nuoto agonistico, seguito da quattro allenatori “tutti juventini”, non manca di sottolineare), ma non la soddisfazione per vedere riconosciuto il diritto fondamentale al lavoro.
“Spero tanto – è la sua risposta alla domanda su quale sia lo stato d’animo con cui si accinge a vivere questa nuova esperienza – di divertirmi, di trovarmi bene con i miei colleghi e di creare buoni rapporti con i clienti”. Un’attesa che non dovrebbe trovare eccessive difficoltà a tradursi in realtà. Che quel cromosoma in più che ha Alessandro sia quello della simpatia?
M. VENTURELLI
25 feb 2016 00:00