"Affaire Kubla": Gozzi e Croci si dichiarano totalmente estranei ai fatti
Gozzi e Croci si dichiarano totalmente estranei ai fatti, e collaborano pienamente con i giudici, confidando in un rapido accertamento della verità. Il comunicato dell'azienda
Fino a oggi, il Gruppo Duferco, al di là di un primo comunicato iniziale, ha preferito mantenere il più stretto riserbo per rispetto al lavoro del Giudice Istruttore e delle indagini in corso. Oggi ritiene necessario confermare quanto segue:
• la totale estraneità del Gruppo Duferco e dei suoi dirigenti a qualunque episodio di corruzione internazionale, nella Repubblica del Congo o in qualunque altro Paese;
• la rigorosa e severa policy del Gruppo Duferco, fatta di regole organizzative e metodiche di comportamento, volta a prevenire qualsiasi comportamento non corretto non solo da parte dei suoi dirigenti e impiegati, ma anche da parte degli stakeholder, primi fra tutti fornitori e clienti
• la quarantennale reputazione del Gruppo Duferco nel mercato internazionale dell’acciaio, dell’energia e dello shipping, reputazione mai scalfita da qualsivoglia vicenda o anche singolo episodio meno che corretto.
La vicenda, nell’ambito della quale Antonio Gozzi e Massimo Croci sono stati ascoltati, risale al 2009 e non riguarda direttamente Società del Gruppo Duferco, ma Società e interessi economici esterni al Gruppo e riferibili personalmente agli azionisti del Gruppo stesso. Si è trattato di un intervento di natura esclusivamente finanziaria in un settore esterno alle competenze tradizionali del Gruppo terminato, tra l’altro, con risultati economici e finanziari negativi.
Antonio Gozzi e Massimo Croci se ne sono occupati su incarico degli azionisti, ma non sono mai stati in vita loro in Congo, né hanno mai conosciuto politici o funzionari pubblici congolesi o altre persone di quel Paese capaci di aver peso o influenza nell’emanazione di atti amministrativi. Hanno quindi dichiarato al Giudice Istruttore la loro totale estraneità ai fatti e confidano in un rapido accertamento della verità da parte della giustizia belga.
REDAZIONE ONLINE
17 mar 2015 00:00