Accogliere i profughi non può essere un problema
“Se dobbiamo organizzare un gioco o collocare qualche altra realtà aggregativa, costruiamo muri e abbattiamo pareti… Qui sono coinvolte delle persone e, se si vuole, il posto si trova, anche a costo di sacrificare altre cose”. Bastano queste poche parole del parroco don Raffaele Licini per capire le motivazioni della comunità di Botticino che da settembre accoglie quattro richiedenti asilo
Tra le particolarità, "domenica abbiamo vissuto un momento molto bello con i bambini, i catechisti e i genitori dell’iniziazione cristiana. I bambini hanno rivolto ai quattro profughi molto domande per capire e per superare anche alcuni conflitti che, purtroppo, il mondo degli adulti ha già messo dentro di loro. Al termine di questo incontro, i profughi erano visibilmente emozionati e ci hanno detto che era il momento più bello vissuto dal loro arrivo”.
Non ci sono poi state molte resistenze nella comunità, anche perché “la carità è un settore tenuto in debita considerazione. Avevamo già fatto e facciamo altre esperienze di accoglienza con le famiglie di Botticino che hanno origini straniere e lì, all’inizio, abbiamo avuto qualche difficoltà. La strada di apertura è stata intrapresa. Poi certo se uno vuole rimanere con le sue idee… Le cose sono comunque cambiate”.
L. ZANARDINI
15 gen 2016 00:00