lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Brescia
di M.VENTURELLI 09 set 2015 00:00

Accoglienza dei profughi: arrivano le prime risposte dalle parrocchie

Caritas: sono già una decina le realtà che hanno risposto all'appello lanciato dal Vescovo la scorsa settimana

Continua a tenere banco, sia a livello europeo che a quello locale, il dibattito sul tema dell’accoglienza dei profughi e dei richiedenti asilo. Sulla scorta degli inviti fatti la scorsa settimana dal Vescovo Monari alle parrocchie, perché, laddove possibile, si aprano all’accoglienza sembra infatti che qualcosa si stia muovendo.

A confermarlo è la Caritas diocesana a cui si è rivolta una decina di parroci che hanno espresso la propria disponibilità e quella delle relative comunità per entrare a far parte del progetto di accoglienza, offrendo così alle comunità un’occasione per interrogare in prima persona le proprie coscienze sul tema dell’accoglienza. “Si tratta di un aiuto importante – afferma Stefano Savoldi della Caritas diocesana - che non può essere negato vista l’emergenza sul territorio, ma che è allo stesso tempo non è scontato: l’accoglienza va infatti ad unirsi alle già numerose attività di supporto offerte da Caritas e dalle parrocchie”.

Caritas in questi giorni è al lavoro per verificare che la disponibilità delle parrocchie possa trasformarsi in effettiva accoglienza e per sistemare alcune questioni burocratiche. I tempi per i primi arrivi di richiedenti asilo nelle parrocchie? “Un paio di settimane al massimo” afferma ancora Savoldi.
Anche il Prefetto di Brescia, che attraverso rapporti quotidiani sta collaborando a stretto contatto con Caritas, ha espresso la sua soddisfazione per la sferzata che è stata data al processo di accoglienza. “Era necessario un incremento del numero di posti e di luoghi adatti per ospitare i rifugiati – afferma Stefano Savoldi -, e l’invito del Vescovo e del Papa hanno velocizzato questo processo”.

Quello che le parrocchie si apprestano a fare è forse una goccia rispetto al mare di bisogno, ma è una goccia importante, vista la difficoltà che nel Bresciano trovano i progetti di microaccoglienza diffusa, con alcuni sindaci dei comuni bresciani restii per il timore di proteste, di manifestazioni e di strumentalizzazioni di natura politica.

“Speriamo che goccia a goccia – è la conclusione di Savoldi - vada ingrossandosi questo fiume della disponibilità e che soprattutto serva a stemperare questo clima di eccessiva polemica e strumentalizzazione politica che si è messa in moto su questo tema anche nel Bresciano”.
M.VENTURELLI 09 set 2015 00:00