Un piano Marshall o crolliamo
L'accorato appello di Douglas Sivieri, presidente di Apindustria Brescia
Il primo problema da risolvere è ovviamente quello sanitario. In Italia e in Europa. Ma sappiamo che abbiamo di fronte, già oggi, anche un grande problema economico. Gli effetti di questa emergenza saranno lunghi, nemmeno quantificabili in questo momento, ma già in queste ore stanno avendo i loro effetti devastanti. Per questo nel brevissimo periodo servono tanti soldi, senza riguardo alcuno per il Patto di Stabilità. Ma ovviamente pensare che bastino soldi per tornare al 'come eravamo' sarebbe miope, sarebbe peggio che un crimine: sarebbe un errore. Lo sguardo deve essere immediatamente anche più lungo, bisogna guardare almeno ai tre cinque anni, individuare le filiere strategiche da sostenere e da lì ripartire. Si chiama politica industriale, oggi ancor più necessaria. Serve anche l'Europa.
Dove (anche lì) ci sono stati ritardi, sottovalutazioni, suggestioni dell'ognuno per sé (ricordate le prime dichiarazioni di Christine Lagarde?). Tutto questo non è finito ma bisogna augurarsi che questa volta possa esserci finalmente una voce sola e che si mettano in atto operazioni enormi per risostenere il mercato comune europeo. E, ovviamente, per noi innanzitutto, il mercato interno italiano. Per anni abbiamo stretto la cinghia, oggi rischiamo di non avere più né pantalone né cinghia. Serve un piano di investimenti enorme, un Piano Marshall che metta le basi per ripartire quando lo si potrà fare. Oggi o mai più, una voce sola e una direzione di marcia. L'alternativa è lo sfascio. In Italia e dell'Europa.