Ubi sempre più forte
Nel corso del terzo trimestre dell’anno hanno preso maggior corpo la contrazione degli scambi internazionali e l'attenuazione del PIL mondiale. L’economia italiana, fortemente dipendente da quella tedesca, ha cominciato a risentire gli effetti della marcata contrazione dell'industria di quel Paese, evidenziando segnali di indebolimento che man mano sono andati estendendosi a settori trainanti
Nel corso del terzo trimestre dell’anno hanno preso maggior corpo la contrazione degli scambi internazionali e l'attenuazione del PIL mondiale. L’economia italiana, fortemente dipendente da quella tedesca, ha cominciato a risentire gli effetti della marcata contrazione dell'industria di quel Paese, evidenziando segnali di indebolimento che man mano sono andati estendendosi a settori trainanti, come l’automotive e la meccanica di precisione.
In questo scenario, nei primi nove mesi del 2019, la Macro Area Territoriale “Brescia e Nord Est” di UBI Banca ha conseguito pregevoli risultati commerciali, sia per quanto riguarda l’attività di raccolta diretta e di risparmio gestito - in particolare quello affidatole dalle famiglie - sia per quanto attiene l’attività di impiego, soddisfacendo la domanda di finanziamenti da parte delle imprese, soprattutto per investimenti in beni strumentali, che hanno beneficiato della reintroduzione degli incentivi fiscali.
Relativamente al comparto “privati”, al 30 settembre risultano erogati 2.200 nuovi mutui ipotecari, per un controvalore di 237 milioni di euro, per l’acquisto della casa primaria. Parimenti, al fine di favorire la crescita dei consumi di beni primari ed intermedi, sono stati concessi 7.700 nuovi prestiti personali, per un controvalore di 88 milioni. Il servizio “ricariconto” che consente di rialimentare il saldo del conto corrente, rateizzando una o più spese già fatte, al 30 settembre ha raggiunto 27.700 adesioni. La ricchezza finanziaria (raccolta diretta ed indiretta) della clientela della Banca si è ulteriormente incrementata, raggiungendo alla fine del terzo trimestre la consistenza di 19 miliardi di euro, con una variazione del +3,6% rispetto al valore di fine anno. Il catalogo prodotti, sempre in evoluzione per meglio rispondere alle esigenze della clientela, si è arricchito, in particolare, con il lancio di nuove polizze assicurative, al fine di assecondare l’accresciuta richiesta delle famiglie di proteggersi dai rischi (danni, soprattutto). Nei primi nove mesi del 2019 il numero di polizze assicurative sottoscritte ha raggiunto le 80 mila unità.
UBI Banca è fortemente impegnata in rilevanti investimenti effettuati ogni anno per aumentare il grado di diffusione di tecnologie, soprattutto nell’innovazione digitale, per rispondere alle sempre più sofisticate esigenze e richieste della clientela (soprattutto quella giovanile). Per velocizzare le operazioni allo sportello, nelle filiali di maggior dimensione sono state attivate le CSA (Cassa Self Assistita); il parco delle 106 mila carte di credito attive sta per essere rimpiazzato dalla nuova carta Hybrid, che permette la rateizzazione della spesa, secondo i desiderata del cliente. Le carte Bancomat hanno superato le 280 mila unità, mentre le prepagate ammontano a 100 mila pezzi.
Al 30 settembre i clienti privati assommavano a 434 mila unità. Ad essi la Banca ha messo a disposizione locali completamente rinnovati, finanziando un piano per l’ammodernamento di 40 punti vendita (gli sportelli della MAT “Brescia e Nord Est” attualmente rinnovati sono 38).
Sul versante dell’attività con le imprese, nei primi nove mesi dell’anno sono stati erogati finanziamenti per un totale di 468 milioni di euro, in gran parte destinati agli investimenti, oltre a 59 milioni di “stipulato” in locazione finanziaria (UBI Leasing). Non meno rilevante, sempre in tema di supporto al tessuto produttivo, il significativo incremento nella factorizzazione dei crediti commerciali delle aziende, misurabile in 287 milioni di turn over (UBI Factor).
Al 30 settembre 2019 la Macro Area conta 209 sportelli (dei quali 147 operanti nella Provincia di Brescia), 6 Centri Imprese, 50 Team Small Business (dedicati alle PMI). Il presidio commerciale del territorio è altresì garantito da una Divisione Corporate & Investment Banking - per i bisogni più complessi della clientela large corporate, con servizi di traditional banking, investment banking e finanza innovativa, per fornire soluzioni evolute di lending strutturato e di advisory - e da UBI Top Private, la Divisione Private Banking dedicata alla gestione dei grandi patrimoni, tra i primi quattro operatori in Italia per masse gestite.
Il Direttore della Macro Area Territoriale Marco Franco Nava, commentando i risultati di fine trimestre, sottolinea che la Banca ha potuto fare affidamento su un ulteriore miglioramento del tasso di fidelizzazione della clientela. In particolare, il Direttore osserva che sul versante della provvista la politica dell’Istituto è stata volta ad assecondare la domanda di ricomposizione dei portafogli degli investitori. Mentre per quanto riguarda gli impieghi, sebbene a livello di Sistema le politiche di offerta abbiano manifestato negli ultimi mesi lievi segnali di contrazione, conseguenza della debole fase ciclica, Marco Nava tiene a precisare che nelle aree presidiate dalla Banca tale dinamica è stata più che compensata dal dinamismo del tessuto economico locale. In tale situazione, l’accesso al credito non ha subìto restrizioni e le condizioni di finanziamento sono addirittura migliorate per le imprese manifatturiere e per quelle operanti nel settore dei servizi, riflettendo in larga parte i minori tassi di interesse sui finanziamenti. In presenza di un quadro macroeconomico meno favorevole rispetto al passato e condizionato da rischi al ribasso non trascurabili, il Direttore Nava nutre comunque un sentiment fiducioso per i prossimi trimestri, potendo contare su apparati produttivi che possono godere di vantaggi competitivi anche in situazioni di rallentamento del ciclo, derivanti dalle esternalità positive offerte dai territori presidiati; dal buon posizionamento sui mercati internazionali; dall’elevato grado di diffusione di tecnologie 4.0; dall’alta propensione ad investire, anche con soluzioni “green”; dalla significativa presenza di personale qualificato.