Mal dell’esca della vite: un problema complesso
Una malattia complessa, che sta penalizzando il settore vitivinicolo del territorio: il mal dell’esca potrebbe portare a una perdita di oltre il 10% delle produzioni provinciali, in un momento particolarmente florido per il vino bresciano sui mercati italiani ed esteri. Ecco perché diventa prioritario preservare la capacità e la qualità dei vigneti, anche attraverso incontri tecnici di confronto e aggiornamento su un tema così delicato per le nostre aziende. Questo il commento di Valter Giacomelli, presidente di Coldiretti Brescia, in occasione del webinar organizzato in collaborazione con Condifesa Lombardia Nord Est dal titolo “Il mal dell’esca: un problema complesso”, che si è svolto in videocollegamento questa mattina all’interno della 64° edizione della Fiera agricola di Lonato del Garda. L’appuntamento digitale ha visto la partecipazione di tre tecnici: Stefano Di Marco, ricercatore presso Cnr Università di Bologna, Roberto Merlo, consulente viticolo Uva Sapiens e Fabio Sorgiacomo, consulente viticolo.
In apertura, i saluti del Sindaco di Lonato del Garda Roberto Tardani e dell’assessore all’agricoltura Massimo Castellini, che hanno sottolineato l’importanza di portare avanti le attività le convegnistiche e formative legate alla fiera agricola, nell’ottica di supportare la vocazione agricola di un territorio che ospita molte aziende produttrici di vino.
A seguire, l’intervento di Giacomo Lussignoli, presidente di Condifesa Lombardia Nord Est: “L’assicurazione è certamente un mezzo di difesa fondamentale per le coltivazioni, ma da anni ormai abbiamo affiancato il tema delle polizze a uno specifico servizio di assistenza tecnica dedicato alle problematiche dei viticoltori. Il mal dell’esca ha subito richiamato l’attenzione dei nostri tecnici, anche per il suo evidente impatto economico. Siamo dunque impegnati nel monitoraggio costante sui vigneti del territorio, con sperimentazioni volte a limitare la perdita delle piante e a tutelare il patrimonio storico del vigneto. Fondamentale, anche in questa occasione, il lavoro di squadra tra enti e istituzioni, per contrastare questa avversità e non lasciare soli i viticoltori”.
Tema centrale della mattinata il mal dell’esca, una malattia della vite causata da un gruppo di funghi che colonizzano i vasi linfatici e il legno, compromettendo la traslocazione dell'acqua e dei nutrienti dalle radici alla parte aerea della pianta. Questa patologia da sempre associata a viti piuttosto vecchie – spiega Coldiretti Brescia - è diffusa in tutte le aree viticole del mondo e anche nella nostra provincia, e attualmente sta causando danni anche negli impianti giovani, soprattutto su varietà considerate sensibili. La gravità di questa problematica è legata soprattutto al fatto che attualmente non esiste alcun prodotto in grado di contrastarla. La strategia di lotta – continua Coldiretti Brescia - non può dunque essere unica, ma deve comprendere interventi di profilassi sia in vivaio sia in vigneto, al fine di evitare una rapida espansione della malattia.
“Gli interventi agronomici di carattere preventivo – precisa Simone Frusca, responsabile ufficio tecnico Coldiretti Brescia -, al fine di ridurre possibili fonti di inoculo, sono cinque: contrassegnare le piante malate alla fine della stagione estiva, potare separatamente le piante segnalate, allontanare le piante morte o fortemente compromesse e i residui di legno vecchio, ridurre il ricorso a grossi tagli di potatura e disinfettare le ferite e proteggerle”. Un elemento di criticità – continua Coldiretti Brescia - è la pratica della capitozzatura o taglio di ritorno. Questo intervento di potatura può avere esito positivo soltanto se viene eliminata tutta la parte infetta, perciò, nel caso in cui la necrosi abbia ormai raggiunto la zona del colletto, la pianta potrebbe risultare irrecuperabile.
Risulta quindi fondamentale lavorare insieme ai tecnici e alle aziende per arginare l’incedere di questa pericolosa malattia e garantire le performance di un settore chiave del made in Italy. “Il vino e tutto il nostro agroalimentare, apprezzati e richiesti in tutto il mondo, diventeranno il principale traino delle esportazioni italiane – conclude il presidente di Coldiretti Brescia Valter Giacomelli – in quest’ottica ritengo fondamentale implementare l’aggregazione tra produttori, fare sistema per permettere alle piccole e medie imprese agricole di esportare le proprie eccellenze. Bisognerà cogliere senza indugi la grande occasione di Brescia e Bergamo capitali della cultura 2023, un volano per l’enogastronomia del territorio che può trasformare i turisti in ambasciatori dell’agroalimentare bresciano nel mondo”.