La Ue difenda libera circolazione merci
Prosegue l’azione di Confartigianato Imprese per la difesa della libera circolazione delle merci. In particolare, da tempo, una questione causa disagi – e costi – anche alle nostre imprese: stiamo parlando del Brennero, la principale rotta commerciale via terra per l’Italia. Un ‘corridoio’ che riveste una particolare importanza strategica ma che a causa dei divieti settoriali imposti unilateralmente dal Governo Tirolese è oramai sul tavolo da diversi mesi e proprio sul tema, Confartigianato Imprese, dopo aver chiesto lo scorso novembre un confronto con i vertici della Commissione europea a Valdis Dombrovski, Vice Presidente Esecutivo della Commissione Ue, Thierry Breton, Commissario al Mercato Interno, Adina Vălean Commissaria ai Trasporti è intervenuto nei giorni scorsi Eugenio Massetti, in qualità di Vice Presidente Vicario di Confartigianato Imprese in un webinar organizzato da Unioncamere dal titolo ‘Il Brennero e la politica dei trasporti attraverso le Alpi‘, per fare il punto sull’avanzamento dei lavori lungo il corridoio Scan Med, sui divieti unilaterali del Tirolo e sulle possibili soluzioni nell’ottica di assicurare un corretto equilibrio tra istanze ambientali e sviluppo economico dei territori. «Il problema dei divieti settoriali applicati dal Tirolo rappresenta un ostacolo non solo nei confronti dell’autotrasporto, ma come queste criticità stiano mettendo a dura prova molti settori del turismo, della moda, dell‘enogastronomia, oltre alle fabbriche in tutta l’UE, comprese le imprese tedesche che dipendono da catene di fornitura multinazionali, come il settore automobilistico che vede proprio l’Italia quale fornitore strategico. La politica deve assumersi l’onere di fare la sua parte, chiamando in causa anche la Germania che oltre all’Austria sta sfruttando questa situazione a suo vantaggio, a discapito dell’Italia e delle eccellenze italiane. La difesa della libera circolazione delle merci è e deve rimanere una delle prerogative dell’Unione Europea e che sta alla base del trattato sul funzionamento dell’Unione – afferma il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti che prosegue – devono esserci misure misure congiunte, concordate da tutti i paesi e le regioni lungo il corridoio del Brennero, le quali dovrebbero sostituire le misure unilaterali e renderle così superflue ma soprattutto evitare in futuro i disagi che si sono purtroppo verificati sul corridoio del Brennero nel 2020».
L’apertura dei lavori del webinar è stata affidata al Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini il quale, riferendosi al PNRR italiano, ha sottolineato come sia “importante garantire una concorrenza leale in Europa, che oggi si fa anche sulle materie ambientali. L’Italia deve accelerare la trasformazione affinché si individui una soluzione nel breve periodo che dia una risposta e si guadagni in competitività. Qui gli investimenti privati giocheranno un ruolo chiave. Quest’anno si avvierà un dialogo con le parti sociali per aggiornare il Piano generale dei trasporti e della logistica, con la costituzione di un tavolo di lavoro per lavorare insieme a una serie di iniziative e proposte, oltre che soluzioni a breve termine, da condividere anche con gli altri paesi”.
Attraverso l’analisi dei dati sul traffico merci attraverso le Alpi l’Osservatorio di Confartigianato Lombardia evidenzia come la direttrice del Brennero rappresenta il valico alpino che registra il maggior traffico di merci su strada ed è anche il primo per merci trasportate in treno. Secondo gli ultimi dati disponibili il Brennero è il primo valico alpino per trasporto di merci su strada con 38,8 milioni di tonnellate l’anno, un quarto (25,3%) delle merci che passano per i 15 valichi alpini. La direttrice del Brennero viene utilizzata per il trasporto dei prodotti del made in Italy verso l’Austria e altri sei paesi europei quali Germania, Belgio, Paesi Bassi, Danimarca, Norvegia e Svezia. Si stima che il valore delle esportazioni che transitano attraverso il Brennero sia di 91,2 miliardi di euro, pari a 2.738 euro al secondo, un quinto (20%) del made in Italy manifatturiero e pari al 5,1% del PIL. Attraverso la direttrice in esame passa l’export della provincia di Brescia, diretto in particolare verso i 5 mercati nord-europei di Austria, Germania, Danimarca, Norvegia e Svezia che nella media degli ultimi tre anni (2018-2020) vale 4.017 milioni di euro pari al 25,6% del valore medio complessivo dell'export manifatturiero della provincia. Inoltre 2 di questi 5 paesi - Germania e Austria - rientrano tra i primi 10 paesi di destinazione dei manufatti realizzati sul territorio bresciano. Tra i paesi in esame, la Germania è il 1° mercato del made in Brescia e l’Austria e il 7°. Limitazioni al traffico dei tir attraverso questo valico alpino, come accaduto in passato, comporta effetti negativi, ritardi/costi, sul sistema di imprese manifatturiere e sull'autotrasporto dislocate nella nostra provincia: 14.963, di cui il 58,2% sono artigiane (8.709 imprese) e quelle del trasporto merci: 1.926, di cui 69,1% artigiane (1.331 imprese).