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Brescia
di ROMANO GUATTA CALDINI 20 ago 2024 11:38

Stefania Romano, Acli: Fiducia nel futuro

Stefania Romano è la nuova Presidente delle Acli provinciali, espressa nella prima seduta del neoeletto Consiglio provinciale dell’8 luglio scorso. Prima donna alla guida dell’associazione bresciana in 80 anni di storia, Stefania Romano sarà affiancata dalla nuova Presidenza, composta da Fabrizio Molteni (Vicepresidente, con delega al lavoro), Sandra Belli (Amministratrice), Valerio Corradi (delega alle disuguaglianze e coesione sociale), Antonio Molinari (delega alla partecipazione), Elisabetta Muchetti (delega alla spiritualità, ai giovani e Responsabile del Coordinamento donne), Federica Paletti (delega al welfare), Laura Pasini (delega all’innovazione sociale), Sandro Pasotti (Presidente Aval, consigliere CSV e Forum del Terzo settore), Giampaolo Turini (delega alla sostenibilità). Partecipano alla Presidenza anche Emilio Loda (Presidente Us Acli, con delega alla pace), Stefano Dioni (Segretario FAP), don Alfredo Scaratti, assistente spirituale, e Marco Menni, riconfermato come Segretario generale. La nuova dirigenza avrà il compito di attuare il mandato del 27° congresso: un profondo impegno con al centro il coraggio della pace, come da titolo del percorso congressuale bresciano, regionale e nazionale.

Romano, quali saranno le priorità del suo mandato?

Le priorità del mandato sono state chiaramente delineate dal dibattito congressuale e sintetizzate nella mozione e negli ordini del giorno approvati, un ideale decalogo all’insegna di: fraternità, pace, partecipazione, prossimità, dignità del lavoro, sostenibilità, coesione sociale, cura, reti, spiritualità quotidiana. Come è nell’impronta propria delle Acli bresciane, il nostro “fare pensato” cercherà di tradurre in azioni e progetti questi valori, portando avanti le tante iniziative che negli anni si sono consolidate a livello provinciale e nei territori. Ma sarà necessario ideare anche nuovi progetti e proposte che vadano nella direzione di rispondere sempre più e sempre meglio ai bisogni delle tante persone che fanno già parte della nostra rete e dei tanti cittadini e cittadine che si rivolgono a noi costantemente perché ci riconoscono come solido punto di riferimento. Penso a nuovi modi “più leggeri” di fare le Acli, aggregando persone, soprattutto giovani e a Sportelli lavoro più connessi con il sistema interno e con la rete di soggetti esterni con i quali collaboriamo.

La vostra attenzione alle fragilità è una costante. Come vi muovete sul territorio?

Siamo un’associazione presente capillarmente su tutta la provincia. I nostri 71 circoli e gli oltre 130 recapiti di Caf e Patronato sono sentinelle attente ed efficienti che leggono e accolgono domande concrete e danno risposte. I bisogni che incontriamo sono diversificati: da chi necessita di socialità e partecipa come volontario/a alle attività del circolo, al cittadino/a che si reca allo sportello di Caf o Patronato per una pratica che, spesso, non è neutra. Dietro una domanda di reversibilità c’è un lutto, dietro una domanda di indennizzo per disoccupazione o infortunio c’è spesso un dramma lavorativo, dietro una domanda ISEE c’è un’opportunità a sostegno del reddito. Il valore aggiunto che cerchiamo di portare grazie a operatori e volontari è accogliere complessivamente le istanze, dichiarate e non, delle persone che incontriamo e immetterle in un circuito virtuoso di opportunità. Tina Anselmi diceva che “fare politica è organizzare la speranza”.

Se guardiamo al territorio, quali sono i problemi più o meno sottaciuti o che passano in secondo piano, ma che in qualche modo vi vedono in prima linea?

Il percorso molto partecipato che ci ha portati al Congresso ha fatto emergere alcuni temi sui quali ci concentreremo: la crisi della partecipazione, le disuguaglianze, la cura del lavoro precario e spesso pericoloso, le nuove fragilità individuali e del sistema provocate dalla crisi demografica, la necessità di agire secondo l’ottica della sostenibilità integrata, che tenga conto degli aspetti economici, ambientali e sociali, riprendendo l’invito di Papa Francesco per una ecologia integrale. Affronteremo queste tematiche, approfondendole e favorendo il confronto, sempre con stile popolare. E magari dalle riflessioni, anche insieme ad altre realtà del territorio, potranno nascere progetti nuovi e azioni condivise. 

In un tempo segnato dal distacco dalla politica, continuate a investire nella formazione...

La formazione è uno strumento potente ed efficace. Negli anni alcuni percorsi formativi, quali i Corsi ABC per futuri amministratori, si sono consolidati, con la partecipazione di tanti/e cittadini/e, soprattutto giovani, che si sono messi/e in gioco candidandosi nei loro Comuni. Nell’ultima tornata elettorale sono stati eletti 8 sindaci e oltre 40 consiglieri comunali che hanno frequentato negli ultimi anni gli ABC e sono parte della nostra rete. Un bel risultato e, soprattutto, un bel servizio alle comunità che potranno contare su amministratori più consapevoli e più competenti, sensibili al valore della politica come servizio. Padre Francesco Occhetta, in apertura del nostro Congresso, ha richiamato alle necessità di alleanze per dare concretezza alla fraternità, valore un po’ trascurato rispetto a libertà e uguaglianza. Continueremo sulla strada della formazione politica, certamente portando avanti percorsi strutturati ma anche offrendo occasioni di formazione e confronto su tematiche di attualità. Possiamo contare su una rete di formatori, accademici, con esperienza diretta nelle pubbliche amministrazioni, con i quali progetteremo nuove proposte. Il sogno è di intraprendere dei percorsi anche in collaborazione con le Università.

Secondo lei qual è il senso, oggi, del termine “cristiana” che qualifica la vostra associazione?

Essere un’associazione cristiana oggi è una sfida su due fronti, interno ed esterno. Il chiaro riferimento al Vangelo ci chiama prima di tutto, come persone, ad essere testimoni credibili e, come associazione, a “far sì che la nostra azione abbia lo stile di Cristo e lo renda presente nel mondo”. Sono le parole del Papa nell’udienza per l’80° anniversario delle Acli, quando ci ha invitato “a coltivare un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale che non si limiti alle parole”. Il messaggio cristiano è accogliente e liberante. La spiritualità vissuta nella quotidianità altrettanto. Dobbiamo ri-abituarci, come persone e come movimento, al confronto, al senso critico, al silenzio, all’elaborazione, al dialogo tra credenti e tra credenti e non credenti, perché solo così è possibile camminare insieme, tessendo percorsi condivisi, senza pretesa dogmatica di insegnare agli altri, ma ascoltando e accogliendo la ricchezza altrui.

Guardiamo al futuro. Se dovessimo delineare le diverse sfide che siete chiamati ad affrontare?

Anche su questo fronte è necessario distinguere più livelli: il dialogo tra Associazione e servizi, quindi l’approfondimento e la costanza potrebbero meglio qualificare la proposta politica sulla base di quanto assunto dal nostro osservatorio tecnico; la presenza e l’azione sociale: da rendere sempre più significative e d’impatto per le comunità, in tutti i territori, sperimentando modalità innovative di promuovere associazione e cittadinanza attiva, valorizzando anche forme aggregative “leggere”, risorse e potenzialità di chi fa parte dell’articolata rete aclista; l’approfondimento di alcuni temi legati a transizione ecologica e demografica e intelligenza artificiale, tematiche sfidanti, che guardano di per sé ad un futuro non troppo lontano e che dobbiamo mettere al centro del confronto e del dibattito e l’ingaggio dei più giovani: la prossimità, la cura, la gentilezza, l’inclusività possono favorirne il coinvolgimento. Questa prospettiva consente di guardare con fiducia al futuro, rimodellando il presente con fedeltà creativa, senza dimenticare le origini. Questo significa mantenere la fedeltà alla scintilla ispiratrice, che per le Acli è affiancare le persone nella loro battaglia per i diritti, sempre ispirati dal Vangelo.

ROMANO GUATTA CALDINI 20 ago 2024 11:38