lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Brescia
di REDAZIONE 17 gen 2019 08:03

Il caos Brexit preoccupa gli industriali

Ascolta

In una nota di Aib le preoccupazioni per una gestione non controllata dell'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea. Si temono conseguenze pesanti per le imprese locali. Per Brescia, infatti, quello britannico è un mercato molto importante

Non rasserena gli animi il voto di fiducia ottenuto ieri dal premier britannico Theresa May. Pesa ancora, e molto, l’esito negativo del voto di martedì 15 gennaio (432 voti sfavorevoli all’accordo sul divorzio dall’Unione europea contro 202 favorevoli); c’è il timore che un’uscita disordinata della Gran Bretagna dall’Unione potrebbero avere conseguenze sconvolgenti per le imprese italiane e per la provincia di Brescia, all’ottavo posto in Italia per export verso il Regno Unito (pari a 549 milioni di euro nel periodo tra gennaio e settembre 2018) e al sesto per saldo commerciale (436 milioni di euro nei primi tre trimestri dello scorso anno). I primi preoccupati commenti arrivano da Aib.

“L’effetto Brexit-non governata, nel caso non si arrivi a un accordo entro il 19 marzo come presumibile, sarà sconvolgente: ci si ritroverà improvvisamente ad avere dogane per le persone e per le merci senza le necessarie procedure, ormai dismesse da più di 20 anni – commenta Germana Bergomi, delegata allo Sviluppo Mercati e Internazionalizzazione dell’Associazione Industriale Bresciana –.Non si tratta di un problema esclusivamente legato all’accesso nel Regno Unito, quanto a un possibile blocco delle merci in entrata. Siamo di fronte a un momento di tensione e incertezza che non fa certamente bene al sistema economico italiano ed europeo: i numerosi colleghi imprenditori, anche bresciani, presenti in Gran Bretagna vivono da lungo tempo in uno stato di incertezza, all’interno del quale si sono trovati a dover effettuare scelte e investimenti senza avere alcuna certezza su dove – e come – il mercato si sarebbe orientato. Una situazione che avrà ripercussioni importanti, in particolare, per le esportazioni del comparto bevande.”

Secondo una nota diramata nelle scorse ore dal Centro Studi di Confindustria, inoltre, “lo spettro dei possibili risultati finali della Brexit spazia ancora dallo scenario di un no deal, che si verificherebbe nel caso di un mancato accordo tra le parti, a quello di un no Brexit, nello scenario in cui venga indetto un nuovo referendum a seguito della quale prevalga la scelta del popolo britannico di restare nell’Unione Europea. L’esito negativo del voto rende ancora possibile l’allungamento dei tempi per le trattative, che potrebbe richiedere l’estensione come previsto dall’Articolo 50 dei trattati dell’Unione Europea”.

REDAZIONE 17 gen 2019 08:03