Il caldo “scioglie” i saldi: vendite in calo
Le vendite di fine stagione sono ormai affossate dal cambiamento climatico e dall’eccesso di offerte: i negozi continuano a diminuire e nel 2023, per ogni impresa nata, quattro hanno cessato l’attività. A pesare, un autunno-inverno caratterizzato da temperature eccezionalmente miti che hanno ridotto la domanda, insieme alla perdita di appeal sul pubblico.
A più di un mese dall’inizio dei saldi, il bilancio delle vendite di fine stagione è negativo: circa 7 su 10 segnalano risultati in calo rispetto allo scorso anno, con una contrazione media di oltre il 21% a livello nazionale.
L’allarme lanciato da Fismo, l'associazione delle imprese del settore moda Confesercenti, è basato su un sondaggio condotto nel Bresciano in un panel di imprese associate, i cui punti vendita sono distribuiti per il 69% dei partecipanti in centro storico, 23% in periferia e 7% in un centro commerciale. Il 94% di questi possiede un’impresa indipendente e solo il 5% in franchising. Secondo il 75% degli esercenti il fatturato dei saldi invernali è diminuito rispetto al 2023, per il 15% resta immutato e per un 9% è aumentato.
Alla luce di queste risposte, all’interno del sondaggio è stato proposto un quesito di valutazione sulla posticipazione della data di inizio saldi invernali, per la salute della moda. Il 63% dei commercianti ha ritenuto la posticipazione fondamentale, in vista anche dei saldi estivi.
I risultati del sondaggio sono stati illustrati il 21 febbraio, nell’ambito del Coordinamento tecnico della Commissione Sviluppo Economico della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome con le principali associazioni di categoria del settore. L'occasione è stata l’intesa sulle “vendite di fine stagione” stipulata nel 2011, al fine di favorire misure a tutela della concorrenza per rendere omogenea sul territorio nazionale la data di inizio delle vendite di fine stagione.
Spiega Francesca Guzzardi, presidente di Fismo Confesercenti della Lombardia Orientale che Il problema oggi non è più solo quello di concordare le date, ma occorre prendere atto che i saldi, come attualmente regolamentati, costituiscono un istituto agonizzante. La distribuzione tradizionale, nei negozi fisici, dei prodotti appartenenti al settore moda è da sempre stata considerata - prosegue - un fiore all’occhiello del Made in Italy. Tuttavia, alla luce di varie situazioni contingenti che sono venute a realizzarsi nell’ultimo decennio, il settore versa in uno stato di profonda crisi”.
Per Barbara Quaresmini, presidente di Confesercenti della Lombardia orientale, "occorre ristabilire presto un equilibrio per garantire la parità di condizioni fra le diverse forme distributive, considerando anche il fattore climatico. I saldi hanno rappresentato e potrebbero ancora rappresentare una grande opportunità per i consumatori, purché sia garantita la possibilità di comparare le diverse offerte in un contesto in cui anche il piccolo esercizio commerciale possa competere”.