Il 2021 di Confindustria: più luci che ombre
Tradizionale incontro di fine anno tra i media locali e i vertici dell'associazione di via Cefalonia
Più luci che ombre. Sono quelle fotografate nel bilancio 2021 di Confindustria Brescia illustrato dal presidente Franco Gussalli Beretta insieme al consiglio di presidenza. Le luci riguardano i principali dati economici. “L'annata - spiega il presidente – è partita molto bene. Nel terzo trimestre 2021 la variazione della produzione delle imprese manifatturiere bresciane rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente è risultata pari al +13,7%. Si tratta del secondo valore positivo più elevato di tutta la serie storica, cioè dal primo trimestre 1997. Possiamo dire che il 'sistema Brescia' ha retto l'impatto della crisi da Covid-19”.
Le ombre si riferiscono a tre principali fattori: le materie prime, i costi dell'energia e la logistica. “I prezzi elevati di gas naturale ed elettricità in Europa hanno mandato un chiaro segnale alle aziende energivore affinché adottino tempestivamente misure efficaci per ridurre al minimo i consumi anche ipotizzando la chiusura temporanea degli impianti per risparmiare i combustibili in previsione di un inverno che rischia di essere problematico. Al vaglio sono alcuni possibili rimedi dell’UE per rafforzare la sicurezza negli approvvigionamenti di gas, tra cui la costituzione su base volontaria di scorte strategiche comuni. Con le attuali condizioni è a rischio la continuità aziendale. Nel processo di crescita la logistica rappresenta la chiusura del cerchio, è determinante e va quindi attentamente monitorata”.
Lavoro. “Manca la quantità, ma soprattutto la qualità. Gli operai specializzati e tecnici, non solo sono la figura più richiesta, ma anche quella più difficile da reperire”. Pnrr. “Il Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta oggi il fulcro del rilancio dell’Italia. Confindustria Brescia ha da poco lanciato un tavolo di lavoro aperto a tutti i principali attori del sistema economico e istituzionale bresciano, che possa consentire di intercettare, per l’intero territorio, i fondi previsti dal Piano attraverso progetti condivisi. Nelle scorse settimane è avvenuto un primo incontro con i tecnici del Mise”.
Tre sono i principali campi di lavoro: formazione, innovazione, idrogeno. “Per essere competitivi bisogna combattere il mismatch di competenze: oggi le imprese richiedono conoscenze Stem di livello elevato. La formazione è però anche uno dei cardini dell'innovazione: da qui nasce la convinzione della necessità per Brescia di attivare un centro di ricerca di alto livello dove le imprese possano incontrarsi e trovare le risposte tecnologiche che cercano. Una 'cittadella dell'innovazione' che, valorizzando le sinergie con l’Università, potrebbe anche contribuire a rendere maggiormente attrattivo il nostro territorio”.