Export, Brescia frena
Alessandro Orizio (Apindustria): «Timori confermati, molto preoccupati per i prossimi mesi»
Le esportazioni bresciane segnano il passo e si fermano. A dirlo sono i dati Istat rielaborati dal Centro Studi di Apindustria. I dati relativi al secondo trimestre 2019 registrano esportazioni per 4.334 milioni di euro, in lieve crescita rispetto al primo trimestre dell'anno (4.153 milioni) ma in calo del 3,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (4.476 milioni). In calo di quasi il 6% anche le importazioni (2.463 milioni rispetto ai 2.618 milioni del 2018). A livello cumulato, nei primi sei mesi dell'anno le esportazioni bresciane ammontano a 8.488 milioni di euro, in calo dell'1,4% rispetto allo stesso periodo del 2018. Come anticipato dai dati del Pil tedesco, è la frenata tedesca a incidere non poco sulle performance esportative della provincia di Brescia. Nei primi sei mesi dell'anno le esportazioni bresciane verso la Germania ammontano a 1.753 milioni, in diminuzione del 2,6% rispetto ai primi sei mesi del 2018. In calo anche l'export verso la Francia (955 milioni contro 982), secondo partner commerciale delle aziende bresciane. Nell'area Ue 28 il calo dell'export nella prima parte dell'anno è del 2% (5.799 milioni contro i 5.921 del 2018). In calo anche le esportazioni verso gli Stati Uniti (553 milioni contro 581, -4,8%) e verso l'Europa non Ue. Tutte le altre aree geografiche registrano invece dinamiche commerciali con il segno positivo: lo sono quelle verso la stessa America settentrionale grazie all'ottima performance del Canada (74,5 milioni contro 54 milioni nel 2018, +37%); quelle verso l'America centromeridionale e quelle verso l'Asia e l'Africa. Il complesso dell'export bresciano è però nell'area Ue e qui si sconta il forte rallentamento della Germania e non solo. A livello generale, nell’analisi per macro aree, nel periodo gennaio-giugno 2019, si rileva un sostenuto incremento tendenziale delle vendite sui mercati esteri per il Centro (+17,4%), molto più contenuto per il Sud (+2,5%) e il Nord-Est (+1,5%), mentre il Nord-ovest mostra una contenuta diminuzione (-1,1%) e le Isole una marcata contrazione dell’export (-11,9%).
«I nostri timori sono diventati purtroppo realtà, i cali degli ordini li vedevamo da mesi - afferma Alessandro Orizio, Vicepresidente di Apindustria con delega all'Internazionalizzazione -. I dati negativi di oggi non sono passeggeri e tutto porta a pensare che i prossimi mesi saranno anche peggio. Una strada decisamente in salita, soprattutto per le Pmi, che sono candidate a subire una ulteriore stretta sul credito». Servirebbero azioni incisive sul piano dell'azione pubblica e delle politiche industriali: «Fa piacere che si sia finalmente aperto un dibattito sulla flessibilità dei bilanci - osserva Orizio -. Certo colpisce che lo si faccia solo ora che la Germania è in forte difficoltà e non lo si sia iniziato a fare prima, quando sarebbe stato senz'altro meglio». Orizio sottolinea inoltre la necessità di guardare sempre più a nuovi mercati: «Una filiera allargata, più linee di prodotto, la necessità di non essere dipendenti solo dal mercato tedesco: sono percorsi difficili, ma da perseguire con intelligenza e decisione. In tale direzione vanno i numerosi eventi e servizi che promuoviamo per favorire il processo di internazionalizzazione delle nostre imprese associate».