Da Sirmione l'appello per i B&B
Le realtà ricettive si trovano a far fronte al pagamento di affitti, mutui e bollette senza avere però entrate o, a quanto pare, un aiuto dallo Stato. La sollecitazione alle istituzioni di Marco Leonardo Amicabile (B&B e Cav di Sirmione)
La serrata dovuta all’emergenza Coronavirus ha messo in ginocchio il mondo imprenditoriale. La conta dei danni per il turismo, in Italia, e così, quindi, anche nel Bresciano, è ancora lontana, ma sicuramente non si tratterà di una passeggiata. Tanto più per chi è senza Partiva Iva e contratti di lavoro. E’ quanto denunciato da Marco Leonardo Amicabile, presidente dell’associazione B&B e Cav di Sirmione, che in queste settimane ha lanciato un appello alle istituzioni. Le realtà ricettive si trovano a far fronte al pagamento di affitti, mutui e bollette senza avere però entrate o, a quanto pare, un aiuto dallo Stato. “Alla luce delle recenti disposizioni straordinarie per il contenimento della diffusione del Covid-19 – scrive nel suo appello – comunichiamo che tutti i B&B e Cav di Sirmione, associati, si trovano in una situazione critica. Come è noto, sono molte le famiglie e le persone che si sostentano grazie alle entrate derivanti dall’esercizio di tali attività, ancorché svolte in maniera non imprenditoriale”.
Gli associati corrono il rischio di essere esclusi da aiuti governativi, regionali e o amministrativi in quanto, come già sottolineato, privi di Partita Iva. Da qui la richiesta di adozione di provvedimenti utili e urgenti nei confronti di tutti coloro che esercitano, anche in forma non imprenditoriale, l’attività ricettiva extra-alberghiera. Fra le richieste, per tutte quelle realtà registrate nel territorio comunale di Sirmione, figurano le seguenti misure: la riduzione al 50% dei tributi Imu e Tari per tutto il 2020; la predisposizione di un piano di rilancio marketing per il turismo, nel momento in cui l’epidemia terminerà; il congelamento dell’aumento dei parcheggi e la predisposizione di un piano di aiuti e bonus per sostenere le famiglie che lavorano con il turismo o per cui quest’ultimo è l’introito reddituale principale. “Non saranno solo gli albergatori ad entrare in crisi – è l’ammonimento – ma anche i dipendenti di quest’ultimi e le relative famiglie”.