Confindustria: pronti per ripartire
Nonostante i dati negativi del 2020, in via Cefalonia si guarda con positività all'anno nuovo, tra impegni e aspettative
Si è tenuta ieri la tradizionale conferenza di fine anno di Confindustria Brescia, a cui hanno partecipato il presidente Giuseppe Pasini, i suoi vice Paola Artioli, Angelo Baronchelli e Roberto Zini, il presidente della Piccola Industria Elisa Torchiani e il presidente dei Giovani Imprenditori Anna Tripoli.
L’incontro è stato l’occasione, oltre che per il tradizionale scambio di auguri, per una riflessione sui principali dati economici del 2020, sulle attività svolte da Confindustria Brescia nel corso dell’anno e sulle previsioni per il 2021 in arrivo, con un focus particolare sull’utilizzo dei fondi europei.
“Il tradizionale resoconto della attività svolte nel 2020 testimonia l’impegno in prima linea dell’associazione, anche in un anno difficile come quello appena trascorso, segnato dalla pandemia da Covid-19 – commenta Giuseppe Pasini, Presidente di Confindustria Brescia –. In particolare, voglio ricordare il forte sostegno alle aziende messo in campo durante il primo lockdown, ma anche l’attività di dialogo con le altre istituzioni e associazioni datoriali e sindacali, che ha portato Brescia a essere la prima provincia in Italia a sottoscrivere uno specifico protocollo di sicurezza per il rientro al lavoro, nello scorso mese di aprile. Da questi dati positivi dobbiamo ripartire, in vista di un 2021 che ci vedrà ancora in prima linea.”
Tra i dati economici relativi al 2020 in chiusura – elaborati dal Centro Studi di Confindustria Brescia – spicca in particolare il recupero della produzione industriale bresciana grazie al 3° trimestre: nel periodo tra gennaio e settembre il calo è stato del 17,9%, risultato migliore rispetto a quello dei primi 6 mesi dell’anno (-19,8%). Nel solo 3° trimestre 2020, la produzione industriale bresciana è calata del 14% rispetto allo stesso periodo del 2019 dopo i risultati fortemente negativi di 1° e 2° trimestre, quando il dato aveva toccato addirittura il -25,7%. L’andamento rimane comunque lontano dai livelli pre-Covid.
Per quanto riguarda l’export, il dato bresciano si attesta nei primi nove mesi 2020 a 10,6 miliardi, -14,1% rispetto ai primi nove mesi 2019 (12,4 miliardi). L’import nello stesso periodo è invece di 5,6 miliardi: -17,9% rispetto ai primi nove mesi 2019 (6,9 miliardi), mentre il saldo commerciale è pari a 5 miliardi: -9,3% rispetto ai primi nove mesi 2019 (5,5 miliardi).
Il fatturato delle aziende industriali bresciane si caratterizza per un segno negativo, ma in miglioramento rispetto al periodo più acuto della crisi: nei primi 9 mesi dell’anno, la flessione è pari al -9% rispetto all’analogo periodo del 2019, contro il -19% registrato nel primo semestre. Si tratta, in ogni caso, di cali importanti per la manifattura, ma molto inferiori rispetto a quelli sperimentati nel 2009, quando il Made in Brescia perse circa il 30%.
Nel 3° trimestre, anche l’indice di fiducia del settore Terziario è risalito sino a quota 103, su valori non distanti da quelli del 2019, dopo il crollo del 1° e 2° trimestre 2020 (rispettivamente 27 e 59). Il settore ha notevolmente beneficiato degli incrementi produttivi riscontrati in ambito manifatturiero locale e nazionale; si tratta tuttavia di rilevazioni precedenti ai DPCM di ottobre e novembre.
Nei primi 11 mesi dell’anno, a Brescia le ore di Cassa Integrazione Guadagni complessivamente autorizzate nell’industria sono aumentate rispetto allo stesso periodo del 2019, passando da 6,0 a 66,3 milioni di ore, vale a dire quasi 16mila Unità di Lavoro Annue potenzialmente coinvolte, contro le 1,4 mila dell’anno scorso. Le assunzioni alle dipendenze nell’industria (tempo indeterminato, determinato e apprendistato) hanno segnato nei primi 9 mesi del 2020 una flessione del 26,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La dinamica complessiva è la sintesi di evoluzioni trimestrali particolarmente negative (-14,6% tendenziale nel primo trimestre, -45,4% nel secondo e -23,1% nel terzo.)
“Il 2020 si chiude con una piccola ripresa, ma resta chiaramente segnato dalla pandemia – prosegue Pasini –: voglio comunque sottolineare gli importanti sforzi compiuti dalle nostre imprese nella sicurezza, come testimonia il fatto che nessuna fabbrica sia diventato un focolaio. In generale, per il PIL bresciano, la prospettiva è quella di un calo “a doppia cifra”, con possibili revisioni al ribasso sulla scia di eventuali nuovi DPCM”.
Dall’inizio del lockdown, le aziende industriali bresciane hanno inoltre speso in media 610 euro a dipendente per i costi di sicurezza legati all’applicazione del Protocollo aziendale Covid-19: il dato riguarda la somma tra la spesa media per i costi di gestione (mascherine, sanificazione, disinfettanti, pulizia locali), pari a 458 euro, e per quelli “una tantum” (termoscanner, barriere protettive), che si attestano a 152 euro.
Uno sforzo che si affianca anche all’accelerazione digitale impressa da Confindustria Brescia, con il lancio nello scorso mese di giugno del nuovo sito dell’associazione DAS - Digital Association Services, a cui è stata affiancata nelle settimane successive l’app per sistemi iOs e Android. La piattaforma digitale è business analytics e data driven, pensata nell’ottica di far sfruttare in maniera più immediata e proficua agli imprenditori associati tutti i servizi offerti da Confindustria Brescia.
Tra i progetti portati avanti da Confindustria Brescia, che proseguiranno anche nel 2021, spiccano Brescia Regeneration, promosso in collaborazione con Prometeia e con la partecipazione dell’Università degli Studi di Brescia, con l’obiettivo di delineare un report sui futuri possibili del territorio bresciano all’orizzonte 2030, il modello manifatturiero, economico e sociale che andrà a svilupparsi e le azioni da mettere in campo per realizzarlo, guardando oltre all’attuale fase emergenziale, e il Centro Sviluppo Sostenibilità (CSS), un accordo di partenariato – promosso insieme a Università degli Studi di Brescia, Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Brescia, A2A spa e UBI-Fondazione CAB, e con il patrocinio di Comune e Provincia di Brescia – con l’obiettivo di accelerare l'attuazione concreta e trasversale del principio di sostenibilità nei processi, nei servizi e nelle attività della realtà bresciana, ponendo le basi affinché Brescia possa essere riconosciuta come modello sostenibile di sviluppo e innovazione.
Per quanto riguarda i sostegni europei in arrivo, l’insieme dei fondi compresi nel Quadro Finanziario Pluriennale e nel Next Generation EU mettono a disposizione dell’Italia un volume di circa 309 miliardi di euro nel periodo 2021-2029. Per quanto attiene al “Dispositivo Europeo di Ripresa e Resilienza” (RRF), che finanzia il “Piano di Ripresa e Resilienza” dell’Italia, il nostro Paese nel periodo 2021-26 potrà accedere a circa 65,4 miliardi di euro di sovvenzioni e 127,6 miliardi di euro di prestiti (il 6,8% del Reddito Nazionale Lordo), ovvero 193 miliardi complessivamente, che il Governo intende utilizzare appieno.
Il Centro Studi Confindustria ha stimato i possibili effetti macroeconomici delle risorse a fondo perduto previste da Next Generation EU, che prevedono una spinta dei fondi sul PIL italiano – dato in rialzo del 5,2% nel 2021 dalle proiezioni del FMI – di un ulteriore 0,3% nel prossimo anno. La spinta aumenterebbe, secondo le proiezioni, dello 0,8% nel 2022, dell’1,2% nel 2023 e dell’1,4% nel 2024.
Le priorità su cui Confindustria preme riguardano in particolare gli investimenti in: Infrastrutture Digitalizzazione, Ricerca e innovazione, Capitale umano. A tal proposito Confindustria auspica un’esecuzione efficace con interventi in tempi rapidi. Pertanto, il PNRR si dovrà dotare di una governance unitaria e di uno strumento a livello Paese che permetta la gestione in modo sinergico da parte dei diversi livelli istituzionali coinvolti nei progetti integrati in partenariato privato-pubblico.
“Insieme al consiglio di presidenza continueremo a lavorare anche nei prossimi mesi, per dare attuazione ai numerosi progetti in corso – chiude Pasini –: siamo di fronte a un momento decisivo per il futuro del nostro Paese. I fondi che arriveranno dall’Europa vanno utilizzati per progetti di ampio respiro, a medio e lungo termine, che coinvolgano in particolare il tema della formazione e delle competenze, cruciali per le nostre imprese, e quindi su innovazione, digitalizzazione e sostenibilità, con particolare attenzione agli obiettivi 2030. Su questa strada andrà costruito il futuro di Brescia e dell’Italia.”