Inversione di tendenza positiva
Nel corso di una conferenza stampa l’Associazione Artigiani di via Cefalonia ha presentato la congiunturale del secondo semestre del 2016
Nel corso di una conferenza stampa l’Associazione Artigiani di via Cefalonia ha presentato la congiunturale del secondo semestre del 2016. Il presidente Bortolo Agliardi e il direttore Francesco Gabrielli hanno spiegato come i dati che sono risultati dai dodici giorni di interviste, affidate al Centro Studi di Documentazione e Ricerca “Lino Angelo Poisa”, e che hanno coinvolto 35 mila aziende creando un campione finale di 1.500 non siano l’inizio di un ciclo positivo, i livelli pre-2008 sono ancora lontani. Un'inversione di tendenza però c’è stata. “Questi dati sono molto importanti non solo per le imprese, ma anche per le banche, gli spettorati di lavoro e soprattutto le scuole” ha spiegato il presidente Agliardi “perché se di sei mesi in sei mesi controlliamo la situazione lavorativa di alcune professioni possiamo fornire dati concreti per direzionare la formazione di nuove professionalità nei campi dove più c’è richiesta”.
A ogni intervistato sono state poste dieci domande alle quali poteva rispondere con tre modalità: aumento, diminuzione o stabilità. Questo ha permesso all’Associazione di ricevere dati concreti e reali della situazione economica e al contempo di creare una proiezione sul primo semestre 2017. Ciò che ne è risultato è un’inversione di tendenza positiva, anche se piuttosto lieve. L’Alta Valle Camonica è la circoscrizione geografica tra le quattrodici della provincia che ha registrato i cali maggiori, al contrario invece della circoscrizione di Brescia Ovest che ha registrato un aumento del fatturato del 29%. Uno studio diviso in settori non solo geografici, ma anche settoriali dal quale è emerso che sono il tessile e la meccanica a segnare i migliori risultati.
A questi si contrappone l’edilizia, dove il 40% delle imprese intervistate hanno previsto una diminuzione per il 2017. Questo studio però rivela la propria importanza anche per capire quali figure professionali mancano, le imprese artigiane bresciane cercano e non trovano elettricisti e meccanici. “Abbiamo deciso di fare questo studio perché ci siamo accorti quanta disinformazione ci sia in questo senso. È fondamentale avere dati per riuscire a dare un concreto contributo alla nostra economia” ha concluso Agliardi.