Cig a Brescia ancora molto alta
Mariotti (Apindustria): «Economia al rallentatore, segnale di profonda incertezza. Occorre la massima prudenza perché non possiamo permetterci nuove chiusure»
«Le ore di cassa integrazione autorizzate a Brescia nel mese di luglio confermano la fase di profonda incertezza che stiamo attraversando – commenta Marco Mariotti, Vicepresidente Vicario di Apindustria Brescia. Se le ore di cassa integrazione registrate nei primi mesi dell’anno erano infatti collegate all’eccezionalità del lockdown, i dati di giugno e luglio indicano che la ripartenza rapida purtroppo non c’è stata. Chi stava bene prima della crisi in questo momento, salvo eccezioni, ha ripreso ad andare ma c’è un terzo di piccole e medie imprese che sta mostrando segnali di grande difficoltà». A luglio, in provincia di Brescia, la cassa integrazione ha superato i 13,5 milioni di ore, numero che si aggiunge ai 9 milioni di giugno e ai 13 di maggio. Nei primi sette mesi dell’anno le ore complessive di cassa integrazione autorizzate dall’Inps hanno superato i 68 milioni, più quindi dell’intero 2009 o 2010.
«Purtroppo la fase è di profonda incertezza – afferma Mariotti – e finché c'è la crisi sanitaria tutto rimane rallentato anche a livello economico. Gli ordini restano in stand-by e lo sguardo è solo sul brevissimo periodo, perché troppo alto è il timore di nuove chiusure. La crisi sta facendo posticipare tutte le decisioni, con effetti sulla cassa integrazione, sul lavoro e quindi sulle possibilità reali di ripartenza. Per questo è necessario, ognuno per quanto gli compete e può fare, essere estremamente prudenti nei comportamenti perché non possiamo permetterci nuove chiusure. Gli effetti sarebbero devastanti per il Paese. Sarebbe anche opportuno avere poche regole ma rispettate in modo rigoroso in tutti gli ambiti dell’economia: nelle imprese abbiamo dimostrato che si può fare, sarebbe ora che si potesse fare in ogni ambito dell’economia. Solo in questo modo possiamo pensare di riuscire a ripartire, in sicurezza, in tempi brevi, sapendo che con il virus dovremo convivere ancora per un bel po’».