Analisi congiunturale II trimestre 2019
Apindustria: respira il mercato domestico, soffoca l’Europa. E’ il quadro che emerge dall’Analisi congiunturale II trimestre 2019 realizzata dal Centro Studi Apindustria. Marco Mariotti, Vice Presidente Vicario Apindustria: “Le PMI mantengono le posizioni, ma restano da combattere burocrazia e fardello fiscale”
Se la congiuntura del primo trimestre 2019 segnalava una generale contrazione, con particolare riferimento all’andamento degli ordini sul mercato domestico ed un forte incremento delle giacenze, il secondo trimestre sembra muoversi in contro tendenza qualificandosi infatti per segnali di ripresa, in particolare a livello nazionale: 5 imprese su 10 rilevano fatturato (51%) e produzione (49%) in crescita. Proprio l’analisi dei dati per macro aree rileva come il mercato italiano presenti elevata dinamicità: il 37% delle imprese incrementa il fatturato domestico, solo 3 su 10 sono stabili nelle relazioni commerciali con l’Italia, mentre si registra una contrazione di fatturato ed ordini nelle relazioni commerciali realizzate entro la comunità europea.
Forte contrazione generale nell’utilizzo degli impianti: del tutto assenti incrementi di rilievo in ogni categoria esaminata, mentre permangono difficoltà importanti nelle imprese già segnate – coloro che lavorano con impianti anche pesantemente sotto utilizzati. Resiste invece l’occupazione: solo l’8% degli intervistati ha operato una riduzione del personale, mentre 2 imprese su 10 investono in nuovo personale. Pochi nuovi investimenti, prevale la stabilità per l’82% delle imprese rispondenti.
Marco Mariotti, Vice Presidente Vicario Apindustria Brescia: “Nonostante il contesto macroeconomico di rallentamento del ciclo economico – spiega Marco Mariotti, Vice Presidente Vicario di Apindustria Brescia -, la forza dei nostri distretti industriali, la resilienza degli imprenditori che hanno seguito il mercato investendo nella loro azienda per essere competitivi, oltre alla fondamentale spinta all’internazionalizzazione, stanno permettendo al nostro tessuto industriale di PMI di mantenere le posizioni. Purtroppo i problemi storici da combattere restano sempre sul tavolo in primis eccessivi adempimenti burocratici e fardello fiscale, senza i quali avremmo certamente una marcia in più, come di fatto hanno molti nostri concorrenti europei.”