Alle radici della finanza sostenibile
Albino Zabbialini offre una riflessione sul mondo della finanza. La sezione di Brescia dell'Ucid sta preparando un nuovo incontro del ciclo “Brescia - Bergamo capitale italiana della cultura 2023”: si terrà nel pomeriggio di martedì 6 giugno nel Castello di Malpaga Cavernago (Bg) sul tema “Finanza e Lavoro”. Alle 15.30 la visita al Castello, alle 17 il convegno e alle 19.30 l’apericena
Stiamo assistendo, nostro malgrado, all’ennesima crisi finanziaria che, come sempre, affama interi popoli arricchendo contemporaneamente e, sempre di più, un numero sempre più esiguo di persone. Nel mese di aprile di quest’anno, su questo tema di gravissima ingiustizia sociale, causata dalla speculazione finanziaria che ha fatto aumentare l’inflazione e quindi gli interessi passivi per le famiglie e le imprese che hanno fatto investimenti, ho chiesto l’autorevole parere al Prof. Stefano Zamagni. Con il fine di valutare l’avvio di un ricorso alla Corte di Giustizia Europea per la mancata vigilanza delle istituzioni su questi crimini finanziari.
La sua risposta, come immaginavo, è stata: “Grazie Albino. Capisco il tuo sconcerto, che è anche il mio. E’ la solita questione del potere. Puoi fare ricorso, ma perderai tempo e soldi. Ecco perché papa Francesco ha scritto che la politica deve liberarsi dal giogo dei poteri economici e finanziari”.
Ora, mi sono letto e riletto il commento del Prof. Zamagni sul documento “Oeconomicae et Pecuniariae Quaestionis” pubblicato su Avvenire nel 2018 che qui e ora faccio anche mio. E’ la prima volta che la Congregazione per la Dottrina della Fede interviene su una materia di Dottrina Sociale della Chiesa. E affronta la tematica come quella della nuova finanza. Non ci troviamo di fronte ad una sorta di esortazione apostolica ma è una analisi, scientificamente fondata, delle cause remote dei disordini e dei guasti che l’architettura dell’attuale sistema finanziario va determinando. A scanso di equivoci, è bene precisare che il documento non parla affatto contro la finanza, di cui riconosce la rilevanza e anzi la necessità. E non potrebbe essere diversamente, se si considera che la finanza moderna nasce entro l’alveo del pensiero economico francescano. Infatti la prima banca in senso proprio viene fondata a Perugia nel 1462 come Monte di Pietà. Il documento della Congregazione prende piuttosto posizione nei confronti di una realtà efficacemente descritta dal seguente dato: nel 1980, l’insieme degli attivi finanziari a livello mondiale era pressochè eguale al Pil sempre mondiale. Nel 2015, la prima variabile era diventata dodici volte superiore alla seconda. Parlare di elefantiasi dell’attività speculativa è quasi un eufemismo. Etica e finanza non possono continuare a vivere in sfere separate. Un esempio per chiarire il punto.
Se le regole del gioco finanziario permettono che talune banche possano assumere dimensioni tali da poter poi essere in grado di “ricattare” il sistema secondo quanto bene reso dall’espressione “too big to fail” (troppo grandi per fallire), e da quella ad essa collegata “too big to manage” (troppo grandi da gestire), non ci si può stupire né stracciare le vesti se questo col tempo accade. Con il che i vari regolatori – cioè le autorità di controllo – per “salvare la faccia” dovranno limitarsi a far sentire la loro voce e a usare la loro frusta sugli operatori finanziari di piccole e medie dimensioni – come è appunto accaduto in Italia nella recente crisi. In questo senso molto interessante l’articolo del Prof. Alessandro Volpi pubblicato il 5 maggio 2023 su “Altreconomia” dal titolo: Così JP Morgan è diventata la più grande banca del Pianeta”. JP Morgan ha acquistato la fallita First Repubblic Bank rilevando depositi per oltre 100 miliardi di dollari e oltre 220 miliardi di attività. Il Prof. Volpi racconta che l’operazione è stata garantita dall’autorità Federale di Assicurazione dei depositi. In altre parole, “salvando” First Repubblic Bank, JP Morgan è divenuto il soggetto finanziario più potente al mondo e, in tal modo, si è posta al di sopra delle eventuali restrizioni normative che le autorità di controllo, SEC e Federal Reserve, potranno introdurre magari dietro lo stimolo tardivo della Segreteria al Tesoro.
La morale della vicenda appare così abbastanza scontata : questi fondi, attraverso una vasta produzione di strumenti derivati e di scommesse, hanno spinto l’inflazione speculativa che ha indotto la Federal Reserve ad alzare i tassi destinati a sfasciare le banche piccole e medie come First Repubblic Bank e ora, quegli stessi fondi, tramite JP Morgan se le comprano e, soprattutto, comprano la loro intoccabilità. Janet Yellen e Jerome Powell, cioè governo e Fed, sanno bene così a chi dovranno rispondere. Torniamo ora sul faciendum: che fare per cercare di invertire la situazione? Parecchie le proposte - tutte realizzabili, se si volesse – che vengono avanzate.
Dal sostegno ad Istituti che praticano la finanza non speculativa, come le Banche di Credito Cooperativo, il microcredito, l’investimento socialmente responsabile, alle tante forme di finanza etica – già oggi i fondi etici intermediano il 20% circa degli investimenti a livello mondiale. Dalla chiusura della finanza off-shore – vera e propria forma di cannibalismo economico di chi, con i credit default swaps, specula sui fallimenti altrui – alla regolamentazione dello shadow-banking (soggetti finanziari non bancari che agiscono come banche e che operano al di fuori di ogni quadro normativo ufficiale).
L’obiettivo da perseguire è quello di assicurare una effettiva biodiversità bancaria e finanziaria perché mai si dimentichi quello che già Benjamin Constant, all’inizio dell’Ottocento, scriveva: “La varietà è organizzazione; l’uniformità, meccanismo. La varietà è la vita; l’uniformità, la morte”. Mi piace qui ricordare sia il recente “Standard Ethics Rating” con cui vengono valutate e classificate le banche e altri intermediari finanziari rispetto all’indicatore ESG – Environment, Social, Governance – sia la nascita di ERIN – European Responsible Investment Network – che già nel 2016 amministrava oltre 23 trilioni di dollari. Di speciale interesse è inoltre la proposta di affiancare ai C.d.A. delle grandi banche Comitati Etici costituiti da personae moralmente integre oltre che competenti - così come già accade nel grandi policlinici.
E vado a concludere.
Permettetemi due rapide riflessioni sulla realtà europea e in particolare sul buon funzionamento di alcuni organismi europei.
Ad esempio la nostra BCE - Banca Centrale Europea, quest’anno compie 25 anni. Anche se nell’ultimo anno è stata costretta dalla speculazione finanziaria ad aumentare i tassi, è necessario farle i complimenti in quanto ha difeso la stabilità monetaria senza sacrificarne la crescita. Inoltre dobbiamo augurarle di continuare a mostrare l’importanza di avere una banca centrale indipendente, sia dal sistema politico sia da quello finanziario, che è guidata da banchieri centrali che tengono comportamenti responsabili e trasparenti.
Infine un’altra buona notizia di qualche giorno fa - vedi Il Sole 24 ore del 16 maggio 2023 - che conferma come negli acquisti congiunti l’unione fa la forza. Parlo del gas.
L’arrivo del gas non è ancora garantito al cento per cento, ma la prima gara per acquisti congiunti organizzata dalla Commissione Europea si può già definire un successo. L’esito ha superato le attese più ottimistiche, con ben 25 fornitori alternativi alla Russia che si sono fatti avanti, con offerte superiori alla domanda: 13,4 miliardi di metri cubi, contro gli 11,6 miliardi che erano stati richiesti da una ottantina di imprese, tra utilities e consumatori industriali.