Agliardi: Il costo del lavoro è un problema
“Tutto costa di più. Ho bisogno di un aumento di stipendio”.
Questa è l’affermazione che sempre più di frequente gli imprenditori si sentono dire dai propri lavoratori.
La verità è che gli interventi normativi (quantomeno dell’ultimo triennio), hanno avuto quale finalità proprio quella di incrementare la retribuzione netta dei dipendenti attraverso un meccanismo assistenziale: il bonus Renzi (poi diventato “trattamento integrativo”), “l’ulteriore detrazione”, il bonus 200 euro, il bonus carburante, il premio 100 euro, la riforma degli scaglioni Irpef ed il nuovo conteggio delle detrazioni d’imposta.
“Io credo che una politica che concentra le proprie risorse in strumenti volti a tamponare le ferite senza curare la patologia che le ha provocate, non è una buona politica”. Ad affermarlo è Bortolo Agliardi Presidente dell’Associazione Artigiani, che aggiunge “La patologia si chiama costo del lavoro!
Decidere di riconoscere ad un lavoratore 100 euro netti in busta paga quale aumento retributivo, costa alle imprese più del doppio. Lo sappiamo tutti. Lo ripetiamo da anni fino allo sfinimento.
“Ci siamo mai soffermati – prosegue Agliardi - a pensare ai riflessi sulla collettività della scelta imprenditoriale di accordare un aumento retributivo ai nostri dipendenti?
Una catena infinita di altri aumenti, un circolo vizioso.
L’aggravio del costo orario della manodopera provoca necessariamente il rincaro del costo del servizio erogato al cliente, del prodotto venduto, perché nel frattempo è aumentato il costo delle materie prime, della fornitura elettrica, della tariffa di noleggio del macchinario, della tariffa applicata dal fornitore che viene ad effettuare gli interventi di manutenzione, del costo del carburante, del gas.
La conseguenza è che le aziende sostengono un esborso sproporzionato per incrementare lo stipendio dei loro dipendenti e che tali dipendenti non avranno percezione di tale aumento retributivo poiché a loro volta lo vedranno svanire nel sostenimento della catena di inflazione di costi a cui tale meccanismo si presta e che non risparmia nessuno.
Dunque siamo tutti scontenti, pedine di un sistema soffocante da cui nessuno esce vittorioso.
“Una riforma dei costi in capo alle imprese è ciò su cui l’attuale esecutivo ed il futuro Governo si devono concentrare – conclude Agliardi – vorremmo un sistema che incentivi le spese gli investimenti, il giro di denaro…e che non si riduca ad un mero assistenzialismo che non guarda al futuro ma che vive alla giornata”.