Sport e diritti per mettere le ali
Lo sport come potente mezzo di inclusione: un diritto, un’opportunità, ma anche una responsabilità che può davvero mettere le ali ai piedi a chi lo pratica, in qualunque contesto e in qualunque condizione fisica.
Incontro. Questo è il messaggio emerso lo scorso venerdì 10 marzo durante l’incontro svoltosi nel Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Brescia, moderato dal docente Saverio Regasto, a cui hanno partecipato esponenti di varie realtà come il Coni Brescia, la Camera Civile di Brescia, il Comitato delle Pari Opportunità Ordine degli Avvocati di Brescia e di Bologna, Rosa Associati e l’Associazione italiana Avvocati dello Sport. “Questo è uno dei settori in cui si può lavorare in tema di inclusività – ha affermato il prorettore di Unibs, Carlo Alberto Romano – per cui ben vengano iniziative formative di questo tipo a cui l’università è felice di dare il suo contributo”. Un convegno per parlare di attività sportiva sotto vari punti di vista: dall’abbattimento delle barriere allo sport nelle carceri, nonché, dal punto di vista giuridico, alle responsabilità penali e civili di chi partecipa o organizza un evento sportivo.
Inclusione. L’iniziativa si è aperta coi saluti iniziali da parte dell’avvocato Vincenzo Farina, componente della Camera Civile di Brescia, per cui “è bello che oggi si parli di inclusione, sport e diritto, ma anche di responsabilità, che spesso è associata all’idea di pesantezza e paura, ma che in realtà è attenzione, attraverso cui è possibile mettere le ali ai piedi di tutti”. A sua volta, Tiziana Gaglione, delegata provinciale Coni Brescia, ha affermato l’importanza di un incontro come questo “perchè spesso lo sport è relegato a un mero svago, invece è un’opportunità di crescita per chi lo pratica e un valido aiuto per sé e gli altri”. Presente in sala anche Pierantonio Rossetti, coordinatore Aias Regione Lombardia.
Sport oltre le barriere. “Lo sport oltre le barriere” è stato il primo dei tre nuclei fondamentali del convegno. Sono intervenute, portando la loro esperienza, l’avvocato Maria Luisa Garatti, presidente del Comitato di Pari Opportunità Ordine degli Avvocati di Brescia, ma anche vulcanica runner che condivide la sua esperienza da podista con la sclerosi multipla sulla sua pagina instagram @merilurun, e l’avvocato Cinzia Ceccolini, componente sempre del Comitato di Pari Opportunità ma di Bologna, che accompagna un’atleta paralimpica con disabilità visiva. “Ho la sclerosi multipla da quasi 17 anni e da quando ho incontrato la corsa la mia vita è cambiata – ha dichiarato Maria Luisa Garatti –. L’attività sportiva è un veicolo fondamentale per l’inclusione, non ci sono barriere, è un momento aggregativo tra persone con disabilità e un farmaco naturale”. Non è tutto: i presenti in aula, infatti, hanno potuto ascoltare le preziose testimonianze degli atleti paralimpici bresciani di atletica leggera di “Icaro”. Come Davide Foglio, atleta paralimpico non vedente: «Mi sono approcciato alla corsa 6 anni fa. Il mio modo di vivere la disabilità nello sport è semplice: non la ritengo un freno o un ostacolo, anzi un punto di partenza. Maria Luisa a novembre sarà la mia guida nella maratona di New York”. Molto significativo anche l’intervento di Roberto Russo, malato di parkinson, che ha spiegato come “la malattia colpisce i muscoli: la corsa mi fa molto bene perché riesco a produrre dopamina che mi serve per camminare e muovermi. Lo sport per me è passione”. Anche la giovane Maria Vittoria Gregorelli di soli 14 anni ha preso la parola: per lei, l’atletica “è una valvola di sfogo: arrivo a casa stanca, ma felice”.
Sport nelle carceri. Nel secondo modulo, si è trattato dello “Sport nelle carceri” e di come il movimento sia essenziale per il benessere psicofisico e relazionale dei detenuti. “In carcere più che altrove, la pratica sportiva è necessaria. È un elemento fondamentale per il trattamento rieducativo finalizzato al reinserimento della persona – ha spiegato il Carlo Alberto Romano –. I reclusi devono praticare sport”. È stato, invece, il dottor Gabriele Rosa, medico sportivo di grande fama, fondatore di “Rosa Associati” e organizzatore della Bam (che lo scorso weekend ha affollato le strade cittadine), a illustrare alla platea il progetto “Correre liberalamente” realizzato anni fa a Verziano: “Avevamo impostato un programma di allenamento personalizzato dopo aver fatto varie valutazioni antropometriche e aerobiche. È stato un progetto di successo”. Le battute finali sono state lasciate agli avvocati Giorgio Sandulli e Valerio Pozzoni sul tema de “La responsabilità civili e penale nell’organizzazione di un evento sportivo”.