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di ELISA GARATTI 16 gen 2025 12:07

Sognando tra pista e spartito

Il 2024 di Federica Chiappani è stato l’anno della scoperta, certo, ma anche quello dei grandi successi. Spinta dall’allenatore Dominique Rovetta sui 300 metri, dopo meno di un anno focalizzata su questa specialità, la bresciana classe 2009 e studentessa del Liceo Classico Arnaldo si è subito laureata campionessa italiana nella categoria cadetti e ha vinto il titolo nazionale anche nella 4x100 con le compagne della sezione lombarda.

Federica, quando è nato l’amore per l’atletica?

Ho praticato ginnastica artistica fino alla quinta elementare. Tuttavia, durante la pandemia, in un periodo per me difficile visto che non si poteva fare quasi nessuno sport, ho perso la passione. Quindi, ho chiesto ai miei genitori di portarmi a fare atletica. Ho cominciato nel Cus Brescia, dove sono rimasta per quattro anni, poi sono passata all’Atletica Brescia 1950. Con questo sport, comunque, non c’è stato il colpo di fulmine. Diciamo che è un amore che si è sviluppato e cresciuto con il tempo.

Qual è il tuo primo ricordo nell’atletica?

La mia prima gara di velocità nei 60 metri e la mia prima nel salto in lungo. Avevo 11 anni. In quest’ultima, ricordo di non essere rimasta soddisfatta dal risultato. Ero molto più amareggiata di tutte le mie compagne: ho capito che ci tenevo molto a performare bene nell’atletica leggera.

All’inizio, sognavi di praticare una specialità specifica?

Ho iniziato a praticare atletica con l’idea di fare salto in lungo o velocità. In questi anni, soprattutto nell’ultimo, anche grazie al cambio di allenatore, ho avuto tante occasioni per sperimentare. Io sono molto competitiva e mi piacciono le discipline in cui vado bene e posso vincere. Sicuramente, ho sempre saputo di non essere fatta per la resistenza. Mi trovo bene nel salto in lungo e nella velocità con distanze più lunghe come i 200, i 300, che ora sono la mia specialità, e i 400 metri.

Solo quest’anno hai scoperto i 300 metri...

Ad inizio 2024, non sapevo ancora che la specialità a cui fossi più portata fossero i 300 metri. Ero quasi più indirizzata verso gli 80 metri e il salto in lungo. All’inizio, ho avuto paura perchè non pensavo di avere grande resistenza e sapevo che gli allenamenti sarebbero stati duri, ma mi sono fidata del mio allenatore. Una volta provati, ho subito avuto dei segnali positivi, così ho iniziato a disputare le gare con l’obiettivo di migliorare il mio tempo. Con grande forza di volontà ho raggiunto l’obiettivo.

E così è arrivato il titolo italiano...

Sì, in tutte le gare ho sempre dato il massimo. Poi sono stata convocata con la Lombardia, dove ho registrato il mio personale. Ho continuato ad allenarmi fino agli Italiani, nei quali ho gareggiato a ottobre. Se nella semifinale ho cercato di preservarmi, nella finale ho dato tutto ciò che avevo ed è andata bene. Non ci si può mai aspettare la vittoria, ma ci speravo: mi ero allenata per vincere. È stato molto bello, ho avverato un sogno.

Che rapporto hai con il tuo allenatore?

Con Dominique Rovetta ho un bel rapporto di fiducia: so che posso contare su di lui su qualsiasi cosa.

Che 2025 sarà?

Spero che sia soddisfacente. In questa preparazione invernale, mi sto già impegnando tanto per performare bene. Tuttavia, siamo solo agli inizi, quindi vedremo come andrà.

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

Sicuramente, entrare in Nazionale.

Oltre all’atletica, nella tua vita c’è spazio anche per la musica...

Sì, suono il violino da quando avevo 6 anni. Mio papà ha sempre spinto affinchè io cominciassi a suonare uno strumento. Mio fratello suonava già il violino, quindi ho scelto di suonarlo anche io.

ELISA GARATTI 16 gen 2025 12:07