Il sogno più grande di Acerbi
Disabile dal 2004 per un incidente in acqua, Ferdinando Acerbi si allena per vivere le Paralimpiadi di Rio, ma soprattutto lavora a un progetto di una piattaforma per raccontare le storie degli atleti
E, fin qui, siamo già in presenza di una storia straordinaria. Poi un giorno, accompagnando la figlia di sette anni, cede alla tentazione (molto dolorosa) di risalire in sella a un cavallo. Complice Facebook, la fotografia del fantino viene notata anche in Federazione, che non tarda a far arrivare la sua chiamata: “Ferdinando, perché non diventi testimonial dello sport paralimpico?”. Detto, fatto. Acerbi torna a cavallo dove tornare significa fare i conti con il dolore (“ogni volta che monto e scendo mi chiedo chi me lo fa fare...”), ma anche con la difficoltà di comunicare con il cavallo stesso: la testa ha memorizzato dei movimenti che il corpo, purtroppo, non riesce più ad eseguire. E grazie a Barbara e alla Scuola di life and corporate coaching inizia a riscoprire le sue potenzialità. In un anno si è guadagnato la possibilità di poter vivere l’appuntamento con le Olimpiadi di Rio. Adesso la palla passa alla Federazione.
Le motivazioni. La Scuola lo sta supportando anche nello sviluppo delle proprie competenze nell’ottica di portare con le proprie azioni beneficio anche agli altri. Ha lavorato molto su se stesso. Ferdinando non si è accontentato di creare Henable (www.henable.me), una cooperativa sociale che ha il compito di reinserire nel mondo del lavoro le persone disabili attraverso la tecnologia: è una piattaforma interattiva dedicata alla ricerca di soluzioni digitali ai problemi quotidiani. Il suo grande obiettivo ora è quello di dare forma a un sito web per raccogliere tutte le storie degli atleti speciali, mettendo a disposizione degli atleti e delle singole federazioni alcuni servizi per raccontarsi e per, attraverso il crowdfunding, raccogliere i fondi per poter fare sport. E questo, al di là di qualsiasi oro olimpico, sarebbe il suo successo più grande, perché permetterebbe a tante persone di coltivare il loro sogno e a tante famiglie di reperire le informazioni necessarie per avviare i figli disabili alla pratica sportiva.
L. ZANARDINI
01 giu 2016 00:00