Con il cuore e negli oratori
Si è definito “uomo di campo”. Per il prossimo quadriennio Emiliano Scalfi è stato eletto nuovo presidente del Csi Brescia, ente di promozione sportiva riconosciuto dal Coni che vanta 75 anni di storia. Si va dagli sport di squadra (calcio, pallavolo e basket) alle discipline individuali (nuoto, atletica, ginnastica artistica, ginnastica ritmica, arti marziali, tennis tavolo, podismo, biliardino e sci), senza dimenticare l’attività per diversamente abili e i corsi di formazione dedicati ad arbitri, giudici dirigenti e allenatori. Ben 524 le società affiliate nel nostro territorio con oltre 55mila tesserati nella stagione 2019/2020. Contribuire all’affermazione dell’educazione, di uno stile di vita sano e del bene comune attraverso lo sport sono alcuni dei capisaldi del Csi. Il neo eletto Scalfi individua “nell’oratorio” il cuore pulsante dell’attività. Contattato dopo le elezioni il neo presidente ci ha risposto così.
Perché proprio l’oratorio?
Le nostre radici sono fondate negli oratori dove riteniamo che certi valori sportivi emergano esaltando i valori educativi, e siamo convinti che anche lì si possa fare dello sport di alto livello, con qualità.
Vi aspettano grandi soddisfazioni ma soprattutto grandi responsabilità. Questo l’augurio arrivato dal vescovo Pierantonio Tremolada.
Il suo intervento durante l’Assemblea ci ha inorgoglito. Seppur siamo preoccupati di non riuscire a soddisfare le esigenze delle nostre società sportive, siamo consapevoli del duro lavoro che ci aspetta quello che ad oggi possiamo garantire che tutto il CSI ci metterà tutto l’impegno e la professionalità che ci ha contraddistinto in questi 77 anni di storia.
Cosa può fare il Csi di Brescia in tempi così difficili di pandemia dove va avanti solo lo sport professionistico?
Per aiutare le società in questi giorni la presidenza nazionale sta programmando un piano di ripartenza economico, in maniera di soddisfare le esigenze finanziarie dei sodalizi bresciani. Appena ci sarà possibile, dopo il via delle autorità competenti, dovemmo trovarci pronti per riportare gli atleti sui campi e palestre di gioco con delle proposte allettanti. Non dobbiamo dimenticare che lo sport che conta non è solo quello professionistico, ma è quello che viene svolto da tutti più o meno preparati. Per tanto il nostro compito è, e sarà, quello di ricordare alle istituzioni l’importanza sociale del lavoro che quotidianamente svolgono i volontari delle piccole società sportive sul territorio.