Bovo, il futuro scritto nel dna
Una figlia d’arte, che non sente il peso del suo cognome, ma che, anzi, è felice di poter continuare a scrivere la storia della pallanuoto come già fatto da papà Sandro (oro olimpico a Barcellona 1992 e bronzo ad Atlanta 1996, oltre ad essere oggi allenatore dell’An Brescia in massima serie). Malika Bovo, classe 2009, solo nell’ultimo anno, ha vissuto da protagonista la stagione con la calottina dell’An e ha brillato anche con quella della Nazionale su palcoscenici internazionali. “La mia famiglia non mi ha mai forzata – spiega Malika Bovo –. Mio papà è felice se noi siamo felici e mi ha sempre incitato a vivere la pallanuoto nel divertimento. Ecco perchè non si intromette mai come allenatore, lasciando fare al mio coach. Certamente, io do molta importanza al suo giudizio, gli faccio molte domande e lui mi dà consigli o mi corregge. Per me è un grande punto di riferimento”.
La pallanuoto fa parte del dna della famiglia Bovo. Malika è l’ultima di quattro sorelle: solo la primogenita Evelyn ha scelto la danza. Le sorella Carola (2002) e Corinne (2005) hanno optato, invece, per lo sport paterno, vestendo prima di Malika i colori dell’An Brescia. “Inizialmente, praticavo ginnastica artistica e nuoto – continua –. Vicino alla mia corsia, vedevo alcuni bambini, tra cui mio cugino, che giocavano a pallanuoto e si divertivano. Ho chiesto a mio papà se potessi provare: mi ha consigliato di perfezionare la mia tecnica nel nuoto, poi ho iniziato a giocare. Avevo 7 anni, ero nell’Under 11. Ero l’unica femmina”. Il percorso nel femminile inizia dall’Under 13, poi il passaggio alle Under 15, dove la sorella Corinne era capitana. “Successivamente, sono arrivate le prime convocazioni nell’Under 18 e Under 20, fino all’approdo in A2 a 12 anni. Mi allenavo tutti i giorni con giocatrici molto più grandi di me: sono molto maturata. In terza media, sono stata selezionata per la Rappresentativa Lombarda e, poco dopo, ho ricevuto la prima convocazione in Nazionale per un collegiale a Firenze. Era un sogno che si realizzava. Ero felice, ma anche impaurita. Non mi ero mai allontanata da casa da sola o senza le mie sorelle che, in acqua e nelle trasferte, mi hanno fatto da ‘mamma’, aiutandomi e proteggendomi in ogni occasione. Subito dopo, sono partita per la Serbia e ho fatto il mio primo Europeo”.
Poi è arrivata anche la prima convocazione con l’Under 19 azzurro. “Quest’estate, dopo un collegiale di tre settimane a Napoli, ho partecipato al Mondiale in Turchia con le Under 16: ho avuto tanto spazio e ne sono felice. Ritornata in Italia, sono stata convocata per un collegiale in Under 19 e sono stata addirittura selezionata per gli Europei a Zagabria. Ero incredula, non mi aspettavo questa convocazione: è stata un’esperienza incredibile, che mi ha permesso di confrontarmi con tante atlete importanti, alcune delle quali che addirittura avevano partecipato alle Olimpiadi. Infine, ho svolto anche il Mondiale Under 18 in Cina: è stato difficile adattarmi all’ambiente, ma ho imparato tanto dalle mie compagne di squadra”. Quelle vissute sono state esperienze che le hanno fatto maturare grande consapevolezza. “Sono cresciuta molto. Se nel mio club alcune dinamiche non ci sono perchè c’è più confidenza, con la Nazionale ho imparato ad adattarmi alle varie situazioni. L’incontro con atlete di livello e il grande lavoro con la maglia azzurra sono stati fondamentali: queste giocatrici mi hanno insegnato molto a livello di tecnica e resistenza”. Se, pensando al presente, Malika si augura di “fare una buona stagione con l’An in A2 e di trasmettere un po’ della mia esperienza, anche se ancora poca, alle mie compagne più piccole”, per il futuro spera “di essere nuovamente convocata in Nazionale e che tutti i miei sforzi vengano ripagati negli anni”.
Ma chi è Malika fuori dalla vasca? “Frequento l’indirizzo Amministrazione, Finanza e Marketing del Lunardi. Non ho particolari hobby perché la pallanuoto e lo studio occupano la maggior parte del mio tempo. Cerco di avere più vita sociale possibile e mi piace passare del tempo con la mia famiglia”.