Boom di iscrizioni per i ragazzi
Il presidente nazionale del Csi (Centro sportivo italiano ), Vittorio Bosio, conferma: "Tutte quelle discipline che normalmente faticano a trovare visibilità, durante i Giochi tornano magicamente alla ribalta e appassionano i più piccoli, che finiscono per chiedere ai genitori di iscriverli a un corso"
Ormai è assodato: le Olimpiadi
sono sempre un successo. Anche quando le luci si spengono e lo spettacolo
sembra finito, la magia dei Giochi non si arresta. Anzi. La scia positiva
prosegue soprattutto per i bambini che, dopo aver ammirato le vittorie dei campioni,
scoprono che oltre al calcio esistono tante altre discipline interessanti. E
puntualmente si verifica un boom di iscrizioni a tutti gli sport che, tranne
per le due settimane dei Giochi, restano di solito lontano dai riflettori.
Dal tiro a segno al beach-volley,
passando per la pallanuoto e la scherma. Ma anche judo, nuoto e atletica: i
trionfi degli atleti in diretta tv sono un detonatore per la passione di
bambini e ragazzi. “Questa è la potenza delle Olimpiadi”, afferma Vittorio
Bosio, presidente del Centro sportivo italiano (Csi), organo che conta 13.500
società affiliate e oltre un milione di tesserati in tutta Italia. “Tutte
quelle discipline che normalmente faticano a trovare visibilità, durante i
Giochi tornano magicamente alla ribalta e appassionano i più piccoli, che
finiscono per chiedere ai genitori di iscriverli a un corso”.
Non è un caso che sui circa 4,2
milioni di tesserati al Coni, oltre la metà (55 per cento) sono under 18 e il
31,2 per cento appartiene alla fascia tra gli 8 e 14 anni. Come prova che i
successi olimpici incidono direttamente sull’aumento dei praticanti, c’è il
dato che vede una crescita del 4 per cento relativa alle iscrizioni durante gli
anni olimpici. Se si considera, ad esempio, l’intervallo 2011-2012, ovvero il pre
e il post Olimpiade di Londra, si nota come il nuoto (+13 per cento),
l’atletica (+1,2 per cento), la ginnastica artistica e ritmica (+9,2 per cento)
e il pugilato (addirittura +17 per cento), abbiano ampliato nettamente il
proprio bacino di tesserati. “Ovviamente negli anni successivi queste
percentuali tornano a normalizzarsi”, prosegue Bosio. “Ma resta il fatto che
ciò che non riusciamo a fare noi come associazioni sportive lo fanno le
Olimpiadi e la televisione. Il più delle volte i bambini si avvicinano allo
sport perché hanno visto l’effetto che fa vincere una medaglia d’oro. Penso
alle stelle come Bolt, Phelps o Federica Pellegrini: le loro gesta sono
decisive nella scelta dei ragazzi”.
In questi casi, però, il dubbio
che affligge le famiglie è legato a quale sia lo sport più adatto ai loro figli
e soprattutto quale sia il rapporto costi-benefici. Secondo i dati del Coni,
nell’ultimo anno oltre il 21 per cento delle famiglie italiane ha sostenuto una
spesa media annua per lo sport di 48 euro. “In questo senso i costi incidono
parecchio nella scelta di uno sport piuttosto che di un altro”, commenta ancora
il presidente del Csi. “La crisi ha inevitabilmente pesato sul portafoglio
delle famiglie, senza contare che in molti casi le associazioni sportive hanno
speculato sulla passione dei bambini alzando in maniera smisurata il prezzo
delle attrezzature”. Se si guardano le tariffe relative a iscrizioni e costo
dei materiali, si evince che gli sport di base sono senza dubbio quelli più
economici da praticare: è il caso di ciclismo, atletica, lotta e boxe.
Decisamente più costosa è invece la scherma, dal momento che per praticarla si
spendono circa 500 euro all’anno, più il costo dell’attrezzatura.
Anche la ginnastica artistica non
è esattamente economica: si va infatti dagli 800 euro per le strutture di alto
livello, fino ai 600 per la ritmica, e 270 per il trampolino elastico. Per
quanto riguarda il nuoto, invece, i prezzi possono variare di parecchio a
seconda delle diverse specialità. Tre mesi di nuoto sincronizzato sfiorano
infatti i 100 euro, mentre per il nuoto in corsia si arriva anche ai 400 euro.
“In generale – conclude Bosio – le Olimpiadi costituiscono una vetrina
importante per gli sport cosiddetti minori, ma credo che la vera sfida sia
riuscire a trasmettere ai nostri ragazzi l’importanza della polisportività. Mi
riferisco alla possibilità di cimentarsi in più di uno sport nello stesso
periodo, valutando alla fine la disciplina più adatta alle proprie
caratteristiche”.