Bicelli vuole il podio parigino
A Borgosatollo, c’è una stella preziosa in attesa di risplendere nel cielo parigino. È il campione del mondo in carica, Federico Bicelli, pronto a raggiungere la capitale francese per la sua seconda Paralimpiade (l’esordio era stato a Tokyo in tempo di pandemia). Classe 1999, affetto da una lesione spinale, è certamente uno dei favoriti alla medaglia. Non solo perchè è l’uomo dei record (da quello nei 100 stile libero conquistato a Riccione nel 2021, a quello nei 200 stile libero a Lodi 2022, fino a quello nei 50 dorso a Fabriano e quello dei 200 stile in vasca lunga a Berlino), ma perché, anche solo considerando le prestazioni dell’ultimo biennio, il suo palmares non lascia spazio a dubbi e incertezze: cinque medaglie (due ori, due argenti e un bronzo) conquistate nei Mondiali di Manchester 2023 e quattro (un oro, due argenti e un bronzo) negli Europei di Funchal 2024.
Manca sempre meno alla partenza. Come sta gestendo queste ultime settimane?
Siamo in dirittura d’arrivo. Ci stiamo allenando tutti i giorni, in due sessioni quotidiane, alternando piscina e palestra. Terremo questo ritmo fino a metà agosto. Pian piano abbasseremo il carico. Vedremo.
In questi giorni, tutto il mondo è concentrato sui Giochi di Parigi. Che effetto fa immaginarsi lì?
Sinceramente, mi sto godendo il nuoto e i tempi folli che stanno facendo (ride, ndr). Nel frattempo, qui, sto facendo il mio. Chiaramente, una volta a Parigi, ne riparleremo. Le emozioni sono tante. Non pensavo lo stadio fosse così bello. Quando ho visto le prime immagini sono rimasto a bocca aperta: a Tokyo lo stadio era enorme, ma, a causa del Covid, era vuoto. Quest’anno, con il pubblico, farà ancora più scalpore.
A Tokyo è entrato in punta di piedi. A Parigi, ci arriva da campione...
Sono un’altra persona, non c’è dubbio. Se a Tokyo ero soddisfatto anche solo per aver avuto la possibilità di partecipare, questa volta vado a Parigi con obiettivi chiari, che rispecchiano il lavoro di questi anni. Sono ad un altro livello: questo mi fa essere più sicuro di arrivare in alto. Punto al podio.
Questa volta, oltre all’ansia, saranno da gestire anche le tante aspettative esterne...
Fino a Tokyo, sono stato seguito da un mental coach che mi ha preparato alla mia prima Paralimpiade. Forse, anche per questo, sono arrivato ai Giochi senza troppa ansia. Quest’anno sarà diverso. Ma anche a livello di mentalità e risultati: arrivo da campione del mondo e con un tempo più che dignitoso, che dovrò chiaramente rifare, se non migliorare.
In questa fase di preparazione, c’è spazio anche per qualche rito scaramantico?
No. So che la scaramanzia è molto diffusa tra gli sportivi, ma io non lo sono. So che il lavoro è stato fatto e punto su quello. Ovviamente, ci vorrà anche fortuna.
Il suo talismano è lo squalo...
Lo squalo è un animale molto feroce in acqua, prepotente. Rispecchia quanto uno sportivo deve fare per vincere: non può limitarsi a partecipare, ma deve dare il meglio di sè per superarsi. Forse, questa è la mia scaramanzia. Me lo sono tatuato sul braccio sinistro, quello più debole, e da quel momento ho avuto meno problemi, anche se chiaramente è perchè lo abbiamo potenziato. Comunque, questo tatuaggio è un mio compagno fedele che, in ogni allenamento e gara, mi dà tanta forza.
Alle Paralimpiadi, i valori sportivi sono legati a quelli sociali. Cosa significa per lei rappresentare l’Italia e Brescia?
Alle Paralimpiadi partecipano persone che devono affrontare la preparazione e le tante competizioni con ancora più difficoltà degli atleti normodotati. Io, per esempio, nuoto senza gambe, ma devo puntare alla stessa velocità che fanno i nuotatori normodotati. È un fattore che mi dà tanta energia, perchè mi fa dimenticare di non usare le gambe. Sono contento, inoltre, che le Paralimpiadi abbiano un’attenzione sempre maggiore: a Londra non le trasmettevano, a Rio hanno fatto vedere qualcosa, a Tokyo le abbiamo seguite e a Parigi saranno addirittura su Rai 2. Questo è il passo importante da fare: è palesare che anche noi possiamo stare ad alti livelli. Io sudo e mi impegno quanto un normodotato e devo essere riconosciuto in quanto tale. Questi segnali dimostrano che stiamo diffondendo il vero spirito olimpico. Non solo: incoraggia anche chi è a casa, affetto da disabilità, che tutto si può fare, che sognare si può. Per quanto riguarda Brescia, è un grande onore: io ho sempre cercato di dare il massimo e partecipare alle Olimpiadi è sempre stato il mio sogno. Allora, guardateci, seguiteci, tifateci: sarà sicuramente una Paralimpiade da record perché siamo tutti molto forti!