Affrontare il Parkinson con lo sport
La storia di Stefano Ghidotti: “La mia sfida è questa: affrontare il Parkinson attraverso il Triathlon. Dare al mio corpo un addestramento più rigoroso in modo che compensi il deficit motorio. E tenere traccia di tutto questo nei prossimi anni, per vedere cosa succede”
Quando nel giugno 2017 Stefano Ghidotti, odontotecnico di Palazzolo sull’Oglio, 56 anni, ha avuto la diagnosi di Parkinson ha deciso di affrontarlo con la famiglia, gli amici e con il suo alleato di sempre: lo sport. Ha aperto un blog, trasformando la grande passione per lo sport in uno strumento per affrontare la malattia.
“Non so a cosa realmente porterà questo percorso impegnativo e appassionante – spiega Stefano - Ma ho imparato che si sa dove si inizia ma non si sa mai dove si finisce. Importante è non stare fermi. Intanto questa cosa mi ha dato forza e decisione, e anche modo di parlare con gli altri senza nascondermi e sentirmi una vittima ma soprattutto trasformare un problema in un’opportunità”. Stefano pratica sport da quando era ragazzino “dal girare in bici sui saliscendi di Palazzolo, a sciare, dal giocare a tennis, al calcio all’oratorio, dalla pallavolo, al basket e ancora nuotare nell’Oglio e nel lago d’Iseo, andare in windsurf e in barca a vela”. Ha praticato alcuni sport anche a livello agonistico: pallacanestro, col Basket Cologne negli anni 70, una stagione in panchina col volley a Palazzolo, il tennis col TC Capriolo negli anni 80 e col Tc Palazzolo negli anni 2000. Fino ad arrivare alla Vela che per oltre 10 anni è stata la sua passione, che gli ha permesso di ottenere vittorie e podi in campionati nazionali ed internazionali. La passione per il Triathlon, disciplina multidisciplinare che prevede tre prove di nuoto, ciclismo e corsa, è nata, invece, pochi anni fa. Ma ora è proprio questa disciplina ad aver assunto un significato diverso nella vita di Stefano: “Adesso la sfida diventa doppia: contro i tempi, la fatica e con quel pezzo del mio corpo, una piccola parte del cervello che si chiama ‘sostanza nigra’, che ha deciso di non produrre più la dopamina necessaria. Diciamo che ho incontrato un nuovo amico, Mr Parkinson, col quale dovrò allenarmi d’ora in poi, ma questo, a differenza degli altri amici che hanno condiviso con me entusiasmanti momenti, proverò a sconfiggerlo o perlomeno a stargli davanti. Mantenere in forma e sano il mio corpo, anche alla mia età, spero lo aiuterà ad adattarsi alla nuova condizione e a reagire all’attacco alle sue funzionalità”.
Il blog di Stefano, “Parkinson&Triathlon.blog”, oltre a raccontare la sua storia, serve anche a raccogliere i dati sul suo quadro clinico, con la supervisione dell’Istituto Neurologico Mondino di Pavia, per uno studio sulla base di specifici programmi di allenamento e di esami clinici con l’obiettivo di poterli rendere utili a capire se esiste una correlazione tra malattia di Parkinson e sport. In cantiere c’è anche una nuova associazione per diventare un punto di riferimento per altri malati, promuovere attività di informazione, ricerca, riabilitazione e offrire una testimonianza a tutti. Stefano non è da solo ad affrontare questa sfida e questi ambiziosi progetti, con lui ci sono prima di tutto la moglie Carolina e la figlia Benedetta, suo fratello Angelo che lo aiuta per i contenuti, Marco, il primo genito della famiglia, papà Francesco di 86 anni anch'egli parkinsoniano, ma non confondiamoci non è una malattia genetica e dulcis in fundo la mamma Miriam 85 anni, più un nutrito gruppo di amici e professionisti che lo supportano nei diversi aspetti del percorso. Il primo obiettivo è stato sicuramente raggiunto: quello di essere un esempio di forza, entusiasmo e tenacia.