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Brescia
di ADRIANO BIANCHI 06 ott 2016 09:49

Vivacità culturale e varietà di eventi

Qualche scintilla tra il sindaco Del Bono e il giornalista Massimo Tedeschi, nei giorni scorsi, sulle politiche culturali a Brescia c’è stata. L'editoriale del n° 37 di "Voce" è di don Adriano Bianchi

Qualche scintilla tra il sindaco Del Bono e il giornalista Massimo Tedeschi, nei giorni scorsi, sulle politiche culturali a Brescia c’è stata. Entrambi i protagonisti hanno una personalità forte e competenza. Il resto lo ha fatto una certa informazione che ormai ondeggia continuamente dalla carta stampata ai post sui social network col rischio di non pochi fraintendimenti. Al di là delle schermaglie è innegabile che il tema evocato rivesta un’importanza decisiva per Brescia e stimoli, nel merito, almeno qualche riflessione. La prima riguarda una città come la nostra che in termini di eventi e di occasioni culturali è negli ultimi anni decisamente cresciuta. Il dato è inconfutabile. Di settimana in settimana è possibile vivere nel centro storico molteplici eventi che spesso coinvolgono pubblici diversi, con interessi alquanto variegati. Questa è una ricchezza per tutti, nonostante qualche ingorgo.

La seconda osservazione è che questo “movimento” è stato reso possibile, nella maggioranza dei casi, grazie a un nuovo protagonismo culturale da parte di soggetti della società civile che hanno trasformato idee in progetti, i progetti in collaborazioni e ricerca di risorse, costruendo reti e finalizzando il tutto alla realizzazione. Supernova, Corpus Hominis, LeXGiornate, la Festa della musica, Librixia, Old Cinema e tanti altri appuntamenti non hanno alle spalle, in primis, l’ente pubblico, ma anzitutto cittadini, associazioni, personalità che si sono messe in gioco in prima persona coinvolgendo nel percorso gli amministratori e ottenendo la soddisfazione di vedere realizzata la loro intuizione.

Cosa va riconosciuta all’amministrazione pubblica? Di certo l’apertura e la disponibilità a creare sinergie, a mettere a regime idee, a garantire il supporto della “macchina” comunale e, infine, anche un certo budget economico proporzionato per ogni occasione senza forse sposare una linea univoca. Troppo, troppo poco? Si può discutere, ma la scelta di un impegno anche economico, non a pioggia e su tutto, ma ponderato al valore delle singole manifestazioni ha garantito il risultato di molti appuntamenti, tutti di un certo pregio. Si potrebbe fare di più, meglio, diversamente? Probabilmente sì, ma la scelta d’indirizzo, magari non tutta condivisibile nei criteri, a me sembra fruttuosa. Brescia non avrà forse mai un festival della letteratura come Mantova, ad esempio, che la individua come l’evento typos della città, ma, mi chiedo, serve se significa perdere una vivacità che rende una comunità più ricca di stimoli diversificati con soggetti del territorio che si sentono sempre più protagonisti? Brescia ha avuto quest’anno buon cinema, teatro, musica, innovazione, cultura, ospiti... non è sufficiente per nutrire anima e mente dei bresciani?

ADRIANO BIANCHI 06 ott 2016 09:49