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Brescia
di MASSIMO NARO 23 feb 2017 09:23

Spiritualità: la conversione e l’essere

Papa Francesco ha preso spunto da una parabola raccontata nel vangelo della misericordia – quella di Lazzaro, in Lc 16,19-31 – per formulare il suo messaggio in vista della Quaresima di quest’anno

Papa Francesco ha preso spunto da una parabola raccontata nel vangelo della misericordia – quella di Lazzaro, in Lc 16,19-31 – per formulare il suo messaggio in vista della Quaresima di quest’anno. Una parabola, comunque, in cui il Maestro di Nazaret prospetta ai discepoli tutta la serietà con cui occorre assumersi in personale responsabilità le radicali esigenze del Regno. Nel racconto evangelico, difatti, è posto davanti al cosiddetto ricco epulone lo scenario disastroso delle scelte negative da lui fatte durante la vita. E non gli vengono evitate le tristi conseguenze della sua incapacità di vedere Lazzaro, di accorgersi delle sue necessità, di farsi carico dei suoi deficit, di condividere con lui le proprie risorse. “L’altro è un dono” e “il peccato ci acceca”: Francesco sintetizza così l’insegnamento di Gesù. Sono parole che esprimono bene il significato che anche noi dobbiamo dare alla nostra Quaresima: sta per iniziare un nuovo tempo liturgico durante cui – per prepararci alla celebrazione della grande Pasqua annuale – siamo chiamati a convertirci al Signore. Convertirci vuol dire innanzitutto prendere visione della nostra vita, esaminarla alla luce del vangelo smascherandone i vuoti e le ombre, renderci consapevoli della nostra lontananza da Dio e del bisogno che abbiamo della sua compagnia.

Di conseguenza convertirci vuol dire anche cambiare il nostro comportamento, trasformare le nostre azioni, riorientare – come lascia intendere il Papa – il nostro cammino, rivolgere nuovamente lo sguardo verso Dio dopo avergli voltato le spalle col nostro peccato e riconoscerlo, e accoglierlo soprattutto, nell’altro che ci chiede aiuto, in chi ci viene incontro con la sua presenza ferita: convertirsi significa, dunque, compiere anche una “epistrophé”, un capovolgimento nel nostro modo di vivere. Ma la conversione non si limita alla rinnovata maniera di pensare e di agire. Essa tocca anche e soprattutto il nostro essere. E, in questo senso, non dipende soltanto dal nostro impegno ma da Dio. Con la “Parola” di cui ci fa “dono”, come scrive Francesco, il Signore interpella la nostra coscienza: è Lui che ci fa sperimentare la nostalgia della casa paterna, è ancora Lui che per primo si mette in cammino verso di noi, ci corre incontro e viene a stringerci a sé. Lontani da Lui anche noi siamo smarriti, anche noi sentiamo il desiderio di ritrovare la nostra identità di figli, di ritornare nella casa del Padre.

MASSIMO NARO 23 feb 2017 09:23