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di FABIO CORAZZINA 14 dic 2017 08:59

Sapremo dire no alle armi nucleari?

In questi mesi lavoreremo su fronti diversi per raggiungere l’obiettivo di un’Italia capace di aderire al Trattato di abolizione delle armi nucleari. La Commissione giustizia e pace della diocesi, gli oratori, le iniziative del mese della pace e le marce per la pace che faremo sosterranno la scelta del disarmo nucleare? Le parrocchie entreranno nel merito del problema e faranno la loro parte?

Il 10 dicembre 2017, a Oslo, Ican − Campagna Internazionale per l’abolizione delle armi nucleari, ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace. Oslo, premio Nobel, armi nucleari sembra uno scenario lontanissimo dalla nostra provincia e dai problemi che si appresta ad affrontare. Eppure noi, bresciani siamo protagonisti anche in questa tragica possibilità di una guerra nucleare. Parlo di Ghedi - La Torre, aerobase militare in cui stanno arrivando 30 nuovi cacciabombardieri F35, al costo di 130 milioni di euro ciascuno, capaci di trasportare 60 bombe nucleari statunitensi di nuova concezione, le B61-12. Bombe che possono raggiungere una potenza distruttiva 10 volte superiore a quella sganciata su Hiroshima. Questo siamo noi, Brescia, non dimentichiamolo!

Nell’Angelus del 10 dicembre, papa Francesco ha detto: “Oggi sarà conferito il Premio Nobel per la Pace alla Campagna internazionale per abolire le armi nucleari. Tale riconoscimento avviene in coincidenza con la Giornata delle Nazioni Unite per i diritti umani, e questo sottolinea il forte legame tra i diritti umani e il disarmo nucleare. Infatti, impegnarsi per la tutela della dignità di tutte le persone, in modo particolare di quelle più deboli e svantaggiate, significa anche lavorare con determinazione per costruire un mondo senza armi nucleari. Dio ci dona la capacità di collaborare per costruire la nostra casa comune: abbiamo la libertà, l’intelligenza e la capacità di guidare la tecnologia, di limitare il nostro potere, al servizio della pace e del vero progresso”. Pochi giorni prima disse ai partecipanti al Convegno “Prospettive per un mondo libero dalle armi nucleari e per un disarmo integrale” tenuto in Vaticano: “È da condannare con fermezza la minaccia del loro uso, nonché il loro stesso possesso, proprio perché la loro esistenza è funzionale a una logica di paura che non riguarda solo le parti in conflitto, ma l’intero genere umano”.

In questi mesi lavoreremo su fronti diversi per raggiungere l’obiettivo di un’Italia capace di aderire al Trattato di abolizione delle armi nucleari approvato in sede Onu il 7 luglio 2017 e ora in fase di ratifica da parte degli Stati. Auspico che la nostra Chiesa locale e le parrocchie non si sentano estranee a questa scelta di civiltà e futuro. La Commissione giustizia e pace della diocesi, gli oratori, le iniziative del mese della pace e le varie marce per la pace che faremo sosterranno la scelta del disarmo nucleare? Le parrocchie entreranno nel merito del problema e faranno la loro parte? Le istituzioni locali preoccupate della sicurezza su tutti i fronti sceglieranno di appoggiare l’adesione dell’Italia al Trattato Onu come via di civiltà e convivenza, di futuro e sicurezza? La società civile contribuirà con cuore, intelligenza, impegno e cultura alla scelta del disarmo?

Le Chiese e le religioni saranno, in nome di Dio, presenza di pace e non giustificazione alla guerra e alla violenza con tutti gli strumenti annessi? Propongo un appuntamento di verifica di questo impegno in primavera per capire se abbiamo scherzato con il fuoco o disarmato cuori, mani, parole, ricerca e progetti mettendoci la faccia.

FABIO CORAZZINA 14 dic 2017 08:59