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di MAURILIO LOVATTI 15 dic 2016 09:01

Polveri sottili: siamo alle solite

Per ottenere risultati rilevanti sulle polveri fini, allo stop dei veicoli dovrebbero essere affiancate altre iniziative sia pubbliche (ad esempio bagnare le strade per ridurre il sollevamento delle polveri) sia dei cittadini

Siamo alle solite: la qualità dell’aria è fuori legge per i ripetuti superamenti del limite dei 50 microgrammi di polveri fini per metro cubo. Basta fare una passeggiata sul Guglielmo per accorgersi che non solo la città, ma tutta la fascia pedemontana è sotto una coltre di smog. La Val Padana, con i suoi 16 milioni d’abitanti, è di fatto quasi costantemente coperta da un’aria notevolmente inquinata, che causa gravi rischi alla salute, anche quando i valori non sono fuori legge. Una parte rilevante dei disturbi respiratori e cardiocircolatori è dovuta all’inquinamento atmosferico e inoltre nei bambini le polveri fini inalate aumentano significativamente il rischio di tumori. L’inquinamento permanente comporta mediamente una riduzione della speranza di vita da 1 a 3 anni.

È evidente che il traffico non è l’unica causa delle polveri fini, anche se ha un impatto rilevante sulla qualità dell’aria (su scala provinciale, produce quasi il 50% delle polveri). Tuttavia in particolari condizioni, ad esempio in periodi privi di pioggia, il traffico nelle aree fortemente urbanizzate svolge la funzione delle gocce che fanno traboccare il vaso, cioè superare i limiti di legge. A questo punto i Sindaci dei comuni dell’area urbana sono costretti a prendere provvedimenti, come vietare la circolazione ai diesel euro 3, abbassare di un grado la temperatura delle abitazioni, vietare l’uso di stufe a legni o caminetti, ecc. Provvedimenti che hanno un impatto non decisivo, ma che tuttavia devono essere presi tempestivamente per evitare guai peggiori.

Per ottenere risultati rilevanti, a queste decisioni ne andrebbero affiancate altre, sia pubbliche (ad esempio bagnare le strade per ridurre il sollevamento delle polveri) sia dei cittadini. Se spontaneamente una parte dei cittadini rinunciasse ad usare le auto a benzina o diesel, utilizzando mezzi pubblici, biciclette, auto a metano o elettriche, l’impatto sulle polveri fini sarebbe molto significativo. È del tutto evidente che l’auto viene usata anche quando non è strettamente necessaria. Basterebbe osservare i parcheggi delle chiese la domenica, tenendo presente che, senza la fretta dei giorni lavorativi, la maggior parte dei fedeli sarebbe in grado di arrivare in chiesa a piedi o in bici. Importante è anche evitare di usare caminetti e stufe a legna. Importante è anche non riscaldare troppo le abitazioni. Ma importante soprattutto è esser consapevoli dei gravi rischi per la salute che tutti corriamo!

MAURILIO LOVATTI 15 dic 2016 09:01