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Lombardia
di MASSIMO VENTURELLI 14 dic 2016 11:53

Il peso dei sondaggi

Appaiono differenti tra di loro le classifiche pubblicate dai più noti quotidiani economici italiani inerenti alla qualità della vita nelle diverse città italiane.

È vero che quelli attuali sono tempi estremamente veloci e lo scorrere delle lancette dell’orologio sembra molto più vorticoso che in passato e quello che pare valido oggi, domai rischia di essere già superato. A tutto, però, c’è un limite... Nei giorni scorsi sono stati resi pubblici i dati di una ricerca condotta dal quotidiano economico “Il Sole 24 Ore” sulla qualità della vita in Italia e sin qui niente di nuovo. La ricerca segue solo di qualche settimana uno studio analogo condotto da Italia Oggi, altra testata che si occupa di questioni economiche. Il dato sorprendente è che i risultati delle due ricerche sembrano contraddirsi apertamente. Mantova, che era risultata in testa per la ricerca elaborata da Italia Oggi, scivola al 29° nella graduatoria stilata dal quotidiano di Confindustria. È vero che i parametri presi in considerazioni dalle due ricerche sono per alcuni aspetti diversi. Accanto a “voci identiche” (tenore di vita, affari e lavoro, tempo libero, popolazione) ve ne sono altre che, anche solo nella definizione, differiscono leggermente, ma non a tal punto da produrre classifiche così differenti l’una dall’altra.  Perché non c’è solo il caso di Mantova a fare riflettere. Milano, collocata al 56° posto da Italia Oggi, si ritrova al 2° per Il Sole 24 ore... E così tante altre città, con evidente sconcerto di chi pensava di vivere nel peggior posto d’Italia sino a qualche giorno fa e che adesso, invece, può essere orgoglioso della vita di qualità che gli garantisce la città di residenza. Insomma, queste classifiche così diverse l’una dalle altre devono indurre a qualche riflessione, a partire da quella sulla reale credibilità dei sondaggisti e degli esperti di ricerche. Perché un disoccupato può anche vivere nella città con il più alto livello di qualità della vita del Paese, ma resta sempre un disoccupato, con tutti i problemi del caso... Forse in un Paese che ha bisogno di ritrovarsi servirebbe una capacità univoca di leggere la realtà.

MASSIMO VENTURELLI 14 dic 2016 11:53