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di PATRIZIA CAIFFA 22 giu 2017 10:06

Il diritto di sentirsi italiani

Non dimentichiamo che il fenomeno migratorio, anche all’interno dell’Italia, non è nuovo. In più oggi l’Italia ha bisogno di tanta novità

I bambini e i ragazzi nati in Italia e quelli che hanno frequentato almeno 5 anni di scuola “hanno il diritto di sentirsi cittadini italiani. Lo ha ribadito anche mons. Guerino Di Tora, vescovo ausiliare di Roma e presidente della Fondazione Migrantes e della Commissione episcopale Cei per le migrazioni, in merito al dibattito politico in corso sull’approvazione della legge per dare la cittadinanza italiana a chi nasce (ius soli) e studia (ius culturae) in Italia. Al momento riguarda 1 milione di bambini e giovani, figli di persone già regolarmente residenti nel Paese. Bambini e ragazzi nati in Italia, figli di persone oramai regolari che vivono e si comportano nel migliore dei modi, vanno a scuola con gli altri, parlano la lingua italiana e hanno il desiderio di integrarsi pienamente nella nostra realtà, hanno il diritto di sentirsi cittadini italiani. In altre nazioni europee è già stato fatto. Sono persone che già abitano stabilmente nella nostra società. La discussione, purtroppo, è stata estremizzata, è diventata motivo di contrasto. È impensabile voler alzare dei muri, fermare le migrazioni attraverso barriere esterne, fili spinati. È già accaduto in passato.

Ricordiamo le invasioni barbariche, nell’VIII secolo la grande migrazione dall’Oriente verso l’Occidente. Non dimentichiamo che il fenomeno migratorio, anche all’interno dell’Italia, non è nuovo. Nel dopoguerra tutto il Sud si è spostato verso il Nord. È quindi un fenomeno che va governato, di fronte al quale dobbiamo porci in atteggiamento di valutazione. In più oggi l’Italia ha bisogno di tanta novità. Le coppie italiane non fanno figli, c’è una forte denatalità. I migranti vengono a supplire il vuoto demografico di domani. L’obiezione più diffusa contro lo “ius soli” è l’idea di voler conservare a tutti i costi l’identità italiana contro quella che chiamano una “invasione”. Dalle migrazioni del passato sono sempre nate realtà nuove. Non dimentichiamo che dopo il crollo dell’impero romano e le invasioni barbariche è nato il Medioevo che ha prodotto tanta grandezza nelle nazioni europee, a cominciare dall’Italia. Non dimentichiamo che nazioni grandi come gli Stati Uniti e l’Australia si sono formate dall’insieme dei popoli europei. È chiaro, sono fenomeni che possono avere anche delle conseguenze negative – nessuna realtà può essere perfetta a priori – ma bisogna prevederle e governarle. Dobbiamo renderci conto che dall’insieme di tante popolazioni diverse può nascere davvero un mondo nuovo.

PATRIZIA CAIFFA 22 giu 2017 10:06