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di MARIO NICOLIELLO 31 ago 2017 12:25

Esame rinviato

Lo sciopero ci può stare, ma a condizione che non intacchi i diritti degli studenti

Inizio d’anno ritardato in università. Niente esami ad agosto e settembre e aule vuote per assenza di personale. Stavolta però a scioperare non sono i bidelli oppure gli studenti, bensì i docenti. Anziché recarsi in aula a testare la preparazione degli allievi, professori e ricercatori hanno deciso di incrociare le braccia per protestare contro l’ormai cronico mancato riconoscimento in busta paga degli scatti di anzianità. Motivazioni economiche quindi alla base di un’astensione dagli appelli che si preannuncia lunga quanto l’intero periodo autunnale di esami. Gli stipendi dei docenti universitari italiani – circa 1500 euro mensili per un ricercatore, il doppio per un ordinario – sono stati bloccati dal 2010 fino al 2016 con conseguente congelamento pure degli scatti di anzianità. La cui richiesta di sblocco e di riconoscimento ai fini delle progressioni di carriera è la motivazione che ha portato allo sciopero. Così facendo i professori sperano che il Governo comprenda la portata della questione e punti a risolverla già nella prossima Legge di Stabilità. Motivazione valida pertanto, ma è giusto cancellare gli esami?

Non c’è dubbio che azioni del genere possano veicolare la protesta fino alle sedi decisionali. Limitarsi solo alle raccolte di firme piuttosto che ai messaggi sui Social potrebbe invece essere velleitario. Lo sciopero ci può stare, ma a condizione che non intacchi i diritti degli studenti, i quali – è bene ricordarlo – sono i principali “clienti” dell’università. In linea con questo obiettivo appaiono le modalità della protesta all’Università degli studi di Brescia, dove ad aderire allo sciopero sono state alcune decine di docenti delle quattro aree di insegnamento. Ponendo infatti le esigenze degli studenti al di sopra delle rivendicazioni salariali, i docenti bresciani hanno deciso di rinviare di un paio di settimane e non cancellare gli esami, nel caso in cui la sessione autunnale contempli un solo appello. Se invece gli appelli della sessione sono di più, almeno uno potrebbe saltare. In questo modo i docenti esprimono il dissenso sulla questione degli scatti d’anzianità, ma gli studenti non perdono la possibilità di sostenere l’esame per cui hanno sacrificato le vacanze. C’è di più. I docenti scioperanti della Statale hanno anche deciso di garantire gli esami indispensabili per il conseguimento del titolo finale. Insomma di sciopero si tratta, ma in versione moderata. Così da non danneggiare gli studenti e magari sensibilizzare comunque i competenti ambienti ministeriali.

MARIO NICOLIELLO 31 ago 2017 12:25